mercoledì 14 maggio 2014

Che gatti al #Mercatinogiapponese del Black Out: bellissima esperienza!

Avrei voluto scrivere prontamente una cronaca ancora più dettagliata sulla mia presenza al Mercatino giapponese del Black Out di Roma, ma chi mi conosce personalmente sa che in questo momento ho altre priorità.
In tutti i modi, è stata una bellissima esperienza.

Ho conosciuto, anche se solo marginalmente certo, il mondo degli appassionati del Giappone, dei Manga e dei Cosplay. E dei gatti da cartoon.
Non potete immaginare, voi che come me non sapete nulla o quasi di questo mondo (i manga addicted ovviamente sono esclusi) quanto merchandising in Japanese style ricorra alla creatura felina imprimendola sulla più svariata tipologia di prodotti.

Ho visto portachiavi, magliette, borse, tazze, orecchini, porta-tabacchi e molto altro ancora a tema gattesco. Il mio libro, perciò, era assolutamente adeguato all'atmosfera.
Benché di giapponese, obiettivamente, abbia sì lo spirito, ma non le origini.

Chi lo ha comprato (o lo comprerà) si accorgerà che nella bibliografia finale ho citato il fondamentale Io sono un gatto di Natsume Soseki che mi ha dato vari spunti per l'impostazione generale e per le frasi che ho scritto in aggiunta alle foto.

Importante lettura è stata anche Lo Zen del gatto di Ludovica Scarpa, che però è italiana come me (anche se dotata, fortuna sua, di uno spirito internazionale assai maggiore).
Soprattutto molto importante è il mio sostrato di amante dei cartoni animati di Myazaki e in generale dei fumetti che ha determinato la stessa struttura del piccolo omaggio ai miei quattrozampe e a quelli che avete già incrociato o che spero presto incrocerete nel vostro cammino (mi autocito, e vabbè).

Ho potuto spiegarlo a più di una persona che mi è venuta a trovare ed è sempre un grande privilegio avere occasioni del genere. Ho intrecciato brevi e curiose conversazioni e so che, un pochino, ho lasciato la mia impronta.
Grazie, dunque, a tutti.

In particolare voglio ringraziare Stefan Pollak, il mio cognato italo-tedesco, che mi ha prestato il prototipo di una struttura in bambù per allestire in un modo decisamente originale (oltre che vagamente sol-levantino) il mio banchetto. Grazie anche per avermi fornito di quest'ultimo e per avermi aiutato a trasportarlo, montarlo e rivestirlo con una carta dello stesso (incredibile!) punto di rosso della copertina di Che gatti. Grazie anche agli amici sanlorenzini suoi e di mia sorella per lo spirito comunitario che hanno messo pure a mia disposizione.

Grazie, poi, alle mie vicine di destra di mercatino, ossia Beatrice ed Elisa che mi hanno prestato la lampada e mi hanno raccontato un po' di loro stesse (siete due ragazze molto in gamba: ve la caverete).

Grazie a Tiziano e al suo amico di banco, sulla mia destra, per la vostra stravagante simpatia e per l'essenziale ruolo di baby sitter.
Grazie a Kayo per la perfetta organizzazione del Mercatino e ai ragazzi da cui ho comprato ben due portachiavi a forma di gatto (crepi l'avarizia!) per l'ottimismo che sono riusciti a trasmettermi.

La prossima volta, chissà quando, tornerò solo nelle vesti di visitatrice, così avrò tempo per soffermarmi meglio su ogni singolo banco. Chi fa le cose con passione si vede. E lì era pieno di gente così.
Ad maiora a tutti (anche con il portafortuna che riproduco sotto. Anzi: chissà come si dice in lingua nipponica il mio motto preferito)!

 

 



 


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