lunedì 30 novembre 2015

Minime storie, dal blog ai social. E viceversa

Ho scelto il tema per il lavoro (si fa sempre per dire) che porterò a Intanto, la mostra collettiva bla bla di Fermo.
Non vi anticipo nulla, ma volevo giusto comunicarvi due cosette.
La prima: ho appena tolto dal blog la pagina Storie da tweet, perché non funzionava né la usavo da tempo immemorabile.
La seconda: la maggior parte delle mie foto adatte (eventualmente) a una seconda edizione di Minime storie è già in giro, su Facebook, principalmente, ma anche su Instagram.

I blog sono superati e io lo so benissimo. Ritengo tuttavia che piccoli spazi così non facciano male a nessuno, per cui lascio questo qui in rete a disposizione di chi vorrà.

Anche perché, udite udite, c'è anche chi non usa alcun social network.
E magari ha piacere di sapere che diavolo vado scattando.

Tipo questo:



Si chiama C'era una volta il Novecento.
La scoperta della cassetta abbandonata è merito di mia cugina, con cui ho fatto una breve ma tanto bella passeggiata in spiaggia.
Una cosa simile era successa pure per le scarpe da sposa (avvistate per primo dal Bipede) che ho usato come logo del blog e per i miei bigliettini da visita (non fatemi dire altro, sennò divento sarcastica).

Insomma: rubo volentieri i suggerimenti altrui.

Questa foto racconta molto di come vedo il mondo.
Altre parole non servono.

Ah, no.

Ad maiora.

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