lunedì 18 giugno 2012

Lestrigoni e Ciclopi sulla via per Itaca? Levatevi di torno

Chissà se è vero che Giovanni Marrozzini smetterà di fare il fotografo di professione.
Personalmente, non ci credo e in ogni caso gli auguro innanzitutto di staccare per un po' (anche un bel po', se necessario) prima di pronunciare altre frasi così. Perché, diciamolo: chi l'ha conosciuto anche solo superficialmente (come la sottoscritta) intuisce che un tipo così appassionato difficilmente potrà mai cessare di dare il massimo in tutto ciò che farà. Foss'anche "solo" il padre.
In ogni caso, il viaggio alla ricerca della sua Itaca si è ufficialmente concluso lo scorso fine settimana, in un mare di folla e di ovazioni che neanche ai concerti rock.
Purtroppo non sono riuscita a godermi la sua mostra con la dovuta attenzione (alle inaugurazioni è sempre così ed è ben per questo che in genere le diserto). E non so neanche se riuscirò a tornarci prima che chiuda, il prossimo 9 settembre.
Potendo, ci riandrei di corsa già domani, sia per la bellezza dei luoghi che circondano il Centro italiano della fotografia d'autore di Bibbiena, un piccolo borgo in provincia d'Arezzo, sia per il valore dell'allestimento dedicato all'intenso viaggio in Italia a bordo di un camper, compiuto da Giovanni e Matteo Fulimeni, un giovane scrittore di Porto Sant'Elpidio che mi ha piacevolmente intrattenuta, all'ora dell'aperitivo, conclusa la presentazione rituale del loro progetto di foto & racconti, sul suo recentissimo ritrovamento: una Olivetti 33, sulla quale copia pezzi immortali di letteratura, così, per distrarsi dagli studi.
Fortunatamente, ho acquistato il catalogo, comprensivo di una selezione dei lavori delle persone che hanno preso parte ai workshop condotti da Giovanni in molte parti d'Italia. Tra i frequentanti di Fermo c'ero anch'io e devo ammettere di aver gongolato un pochino (poco poco, giuro) vedendo il pannello con una selezione delle mie Minime Storie.
Al di là dei massaggini egotici che comunque ogni tanto ci vogliono, sono davvero felice di aver vissuto, pur se marginalmente, un'esperienza così densa, di voci, di belle facce, di discorsi finalmente interessanti.
Ognuno di noi ha la sua personale Itaca da raggiungere e non sempre possiamo ricacciare indietro Lestrigoni e Ciclopi, soprattutto se, come dice il poeta Costantino Kafavis, questi tizi si annidano nella nostra testa.
Ogni tanto, poi, anche quando pensiamo di averli sconfitti, i demoni demotivanti (un'assonanza voluta!) ci riprovano fiaccandoci.
Ma gente dalla "coccia" dura come me si piega (finora) ma non si spezza.
Perciò avanti così.

Vi lascio con le immagini del mio pannello (!) e con un video sui passaggi salienti della due giorni di Bibbiena:



Il bipede Paolo guarda concentrato le Minime Storie in mostra...

Dopo il matrimonio, Oggi niente scuola,
Troppo sensibile e Nobiltà pop in mostra al Cifa di Bibbiena

Ed eccovi il video (assolutamente autoprodotto: non so perché, ma nei titoli di coda mi ha troncato due parole. Portate pazienza...):






7 commenti:

  1. Grazie Alessandra dello scritto che ci doni alla conclusione del viaggio di Giovanni e del nostro percorso. Qualsiasi cosa decida Marrozzini quello che conta è la sua passione che trasmette a chiunque le si avvicini: ha un carisma eccezionale ed un cuore immenso! La festa è stata bellissima e la condivisione tra tutti noi tanta! Un abbraccio. Rosella Centanni

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    1. Giustissimo, sottoscrivo tutto!
      Grazie a te, carissima, per le belle parole che mi hai detto stamattina... non le dimenticherò.
      a presto!

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  2. Io capisco tutto, l'arte, la passione, le storie minime e anche massime e non voglio fare i conti in tasca a nessuno. Avevo una Lubitel e poi una Canon e poi una Contax e poi e poi sono sparite le pellicole. Oggi faccio foto solo col cellulare, ma anche se le facessi con una super Reflex non ne caverei nulla di meglio. Forse ho perso l'occhio o forse non ho mai avuto nemmeno quello di pesce (come grandangolo sono arrivato a un 28 Vimar e un medio tele della Tamron ... forse nemmeno originali made in China). Ci metto tecnica, luci, diaframmi, Asa Iso ecc. ma poi ... alla fine quel che conta è pur sempre l'inquadratura.
    Ci potrei mettere delle nuvole, dei sassi, delle vecchie scarpe e un cappello in riva al Po, magari anche un ombrellino di dama più in là, ma poi? La passione dura fin che ci sono soldi come nei matrimoni, ma poi? Quel che mi manca è cavarci anche una vecchia lira e senza un centesimo al massimo arriverei ai colli piacentini, nemmeno tanto in autostop e forse con dei locali (intesi come treni) abbandonati di fretta alla vista del controllore. Si le foto, ma poi? Si le storie in 140 battute su tutto il web graffitabile, si ci riuscirei, anche se minimo, adesso, con meno di 360 caratteri non so ancora farmi intendere nemmeno per prendere un caffè al banco. Lo so, mi conosco, al massimo riuscirei a perdermi in qualche fetta di culatello e qualche bicchiere di Malvasia bianca d'Estate e un sorso di Gutturnio nero ombre lunghe, come si vedono da queste parti d'Inverno. Ma poi mi troverei al lavello lavapiatti, per insolvenza cronica per puro rigore di cronaca.
    Qualcuno conosce un finanziatore? Io non posso più permettermi nemmeno una vecchia Ferrania scatta e getta.

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    1. se lo conoscessi, me lo accaparrerei io!
      vanno benissimo anche le foto con il cellulare. come scrivi, l'importante è l'inquadratura.
      ciao Mariolino-Antonio etc etc

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  3. Si ma se l'inquadratura mi venisse spettacolarfasmagorica poi qualcuno me la pagherebbe? E se si chi? Io posso anche andarci presentandomi come Giovanni e gli apostoli e la tessera falsa di reporter Ansa ... ammesso trovi quella vera da copiare.

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  4. ciao ale. mi è molto piaciuto il video: rende il clima affettivo, conviviale e culturale che hai vissuto. un caro saluto da coatesa

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    1. Carissimo Paolo,
      grazie del tuo commento e soprattutto della visita. Sono in pausa-zia a Fermo, ma lunedì torno a riprendere servizio fino a venerdì... buone giornate estive, salutami Luciana

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