Le abitudini acquisite negli anni della scuola sono dure a morire: sarà per questo che per me settembre è sempre stato il vero primo mese dell'anno, denso di propositi e progetti, che per esperienza già so non realizzabili in toto.
Riparto perciò anche con i post sugli artisti conosciuti lo scorso dicembre in occasione della grande mostra collettiva di Fermo "Intanto", ma con aspettative un po' ridimensionate rispetto agli obiettivi iniziali.
Originariamente, infatti, volevo dar vita a una sorta di racconto preparatorio in vista di scatti ambientati, da dedicare a ciascuna delle persone che hanno preso parte alla collettiva natalizia, ma temo che non ce la farò mai, innanzitutto per ragioni di tempo... e, non lo nascondo, di denaro.
Poco male: per fortuna ho scattato così tanto nelle giornate precedenti all'inaugurazione dell'allestimento, rimasto poi aperto un mese intero, da possedere comunque un discreto bagaglio di fotografie dal quale attingere a futura memoria.
Riparto, perciò, più o meno da dove mi ero fermata, ossia dai fotografi che avevano esposto i propri lavori.
Di Renato Santiloni ho già parlato più volte proprio durante i giorni della mostra, ma qui ci tenevo ad aggiungere giusto qualche dettaglio in più sul personaggio.
Noto a tutti come Renè, questo patito della fotografia ha conoscenze tecniche da far impallidire pure i professionisti. Non a caso, la prima volta che ci siamo incontrati, vedendomi scattare come una matta, mi ha detto, con tono di finto rimprovero: "E che ci fai con quell'affare là?". Beh, non sono sicuramente le sue parole precise (sarei inquietante se me li ricordassi alla perfezione!), ma voleva simpaticamente soltanto farmi notare che cannone possedesse lui a sua volta.
Nei giorni successivi abbiamo avuto spesso occasione di confrontarci e devo ammettere che da lui potrei imparare un sacco di trucchi tecnici. Al di là di questo, Renè conosce (ed è conosciuto) da tutta Fermo e potrebbe in generale erudirmi su un'infinità di dettagli relativi a Fermo e ai personaggi che l'hanno popolata nel tempo.
Dove andare a cercarlo? Naturalmente in piazzetta, la sua vera terra d'elezione, il luogo in cui incontrava immagino tutti i giorni e pure più volte al giorno il famoso Vincè de li Pacchi, lo scomparso ex fattorino della corriera per Roma da Renè immortalato negli scatti che ha presentato a Intanto, nello spazio condiviso con la scultrice Francesca Blasi.
Da qualche tempo ho poi scoperto che Renè ha anche la pagina Facebook: come profilo tuttora si mostra sotto le vesti di un magnifico gatto rosso un tantino sgarrupato, forse immortalato in qualche vicolo. Non sapevo che amasse i gatti, almeno fotograficamente parlando. Non vi nascondo che per me è un ulteriore elemento di simpatia.
Vi lascio quindi con alcuni scatti che gli ho dedicato, compresa quello in cui s'improvvisa (immagino anche qui con una certa perizia tecnica) come elettricista:
La scorsa estate ci siamo incontrati per pochi minuti a un concerto, io con una ridicola compattina (da lui ovviamente sbeffeggiata) e lui con il solito (o un altro, chissà) cannone.
Renè, che ci vuoi fare? Sono un caso disperato: altrimenti non mi sarei scelta il mestiere che ho scelto.
Spero comunque di rivederti: uno di questi giorni passo da piazzetta, va.
Alla prossima!
sabato 29 settembre 2012
venerdì 21 settembre 2012
Dopo lo scalpo, Daniele dice sì a "Che gatti"!
Alla fine Daniele ha detto sì!
Come promesso, Maria Loreta Pagnani, la grafica che ha curato l'impaginazione di Che gatti, è riuscita ad attuare le limature (altro che limature: è stato un vero e proprio scalpo delle fotografie originarie!) del nostro libro in tempo utile per la sua trasformazione in maquette da presentare a Bibbiena come esempio di possibile autoproduzione di libro fotografico.
E Daniele, che ora sta tornando dal Portogallo (a proposito: chissà come gli è andata!), ha dato l'ok alla nuova versione. In questo momento immagino che Maria Loreta sia alle prese con la stampa (anzi: le stampe, visto che la medesima gli darà anche il suo bellissimo lavoro composto di scatti presi con il suo I-phone) che gli consegnerà lungo la strada che lo condurrà in Toscana.
Il nostro rapporto creativo, però, non finisce con la maquette, ora dotata anche di una magnifica sovraccoperta. Mi resta infatti da riguardare i testi aggiungendo eventualmente qualche frase negli spazi bianchi lasciati dalla falciatura delle foto.
Ho comunque intenzione di non appesantirlo troppo con inutili parole. L'importante è che non siano ridondanti didascalie, ma solo un altro modo per conoscere il mondo di Bice e Nino e dei gatti in generale.
Ed eccovi la foto scelta per la copertina, che purtroppo non posso (forse perché non ne sono capace io...) pubblicare interamente:
Che cos'altro aggiungere? Indovinate un po'?
Ad maiora, ovviamente!
Come promesso, Maria Loreta Pagnani, la grafica che ha curato l'impaginazione di Che gatti, è riuscita ad attuare le limature (altro che limature: è stato un vero e proprio scalpo delle fotografie originarie!) del nostro libro in tempo utile per la sua trasformazione in maquette da presentare a Bibbiena come esempio di possibile autoproduzione di libro fotografico.
E Daniele, che ora sta tornando dal Portogallo (a proposito: chissà come gli è andata!), ha dato l'ok alla nuova versione. In questo momento immagino che Maria Loreta sia alle prese con la stampa (anzi: le stampe, visto che la medesima gli darà anche il suo bellissimo lavoro composto di scatti presi con il suo I-phone) che gli consegnerà lungo la strada che lo condurrà in Toscana.
Il nostro rapporto creativo, però, non finisce con la maquette, ora dotata anche di una magnifica sovraccoperta. Mi resta infatti da riguardare i testi aggiungendo eventualmente qualche frase negli spazi bianchi lasciati dalla falciatura delle foto.
Ho comunque intenzione di non appesantirlo troppo con inutili parole. L'importante è che non siano ridondanti didascalie, ma solo un altro modo per conoscere il mondo di Bice e Nino e dei gatti in generale.
Ed eccovi la foto scelta per la copertina, che purtroppo non posso (forse perché non ne sono capace io...) pubblicare interamente:
Che cos'altro aggiungere? Indovinate un po'?
Ad maiora, ovviamente!
lunedì 10 settembre 2012
"Che gatti" a Bibbiena? Solo se lavoro per sottrazione!
Comunque vada a finire, l'esperienza di Print Yourself, il workshop sull'autoproduzione del libro fotografico ideato e condotto da Daniele Cinciripini e Demetrio Mancini, è stata bellissima e indimenticabile.
Adesso starà a me decidere se e cosa tagliare degli scatti mostrati ieri nell'ultimo (finale) incontro del ciclo di quattro partiti poche settimane dopo la grande nevicata di fine febbraio.
E se il tempo cronologico non sempre coincide con quello reale, in effetti a me sembra che siano trascorsi secoli dal primo approccio con la fotografia di Daniele e il suo metodo di insegnamento. Il merito (gliel'ho ripetuto anche ieri in auto) è di Demetrio, che ha pensato in calcio d'angolo d'invitarmi alla presentazione del workshop nella sede del Fotoclub di Fermo, lo stesso luogo (da me non proprio amatissimo, lo confesso... è troppo scomodo! Ma la scomodità spesso porta a una maggiore concentrazione, questo è certo!) in cui ho conosciuto Giovanni Marrozzini e la sua Itaca.
E adesso? Prima di tutto devo finire di rielaborare le emozioni della giornata di ieri e poi sì, buttarmi sulla bozza che ha portato alla Fondazione Libero Bizzarri di San Benedetto del Tronto Maria Loreta Pagnani, artefice del miracoloso passaggio dall'ossatura scarna e disordinata del libro a un progetto grafico vero e proprio. Buttarmi a fare che cosa?
A tagliarlo un po'. Se dipendesse da alcuni dei partecipanti (capeggiati, anzi, direi proprio istigati da Daniele. Si scherza, eh) un bel po'.
Su questo non potrò mai essere d'accordo, visto l'obiettivo finale del mio lavoro: produrre un libro, per l'appunto, non solo fotografico e soprattutto non rivolto solo a fotografi. Perché durante i lunghi mesi intercorsi dalla nascita di questo spazio in poi (un anno, stavolta anche in senso cronologico) ho preso coscienza della mia doppia anima: paroliera (scribacchina) e fotografa, nel senso di amante della comunicazione attraverso le immagini. E' sempre stato così, ma con il passare dei giorni la frattura è diventata sempre più evidente. Al punto che sul tema del doppio, a dirla tutta, potrei proprio farci un lavoro... fotografico? Può essere.
E insomma, finiamola qua.
Vi lascio con scatti sparsi della giornata di ieri, fatti con la macchinina compatta che, vi dirò, mi dà un senso di libertà pari - probabilmente - a quello che prova Maria Loreta con il suo i-phone:
Approfitto del mio blog per ringraziare tutti, anche gli assenti alla giornata di ieri, augurando buona vita a ognuno di loro.
E adesso sotto ad asciugare Che gatti, del resto ancora piuttosto indecifrabili persino per me, come si vede dallo scatto qui sotto:
E come al solito: ad maiora!
Adesso starà a me decidere se e cosa tagliare degli scatti mostrati ieri nell'ultimo (finale) incontro del ciclo di quattro partiti poche settimane dopo la grande nevicata di fine febbraio.
E se il tempo cronologico non sempre coincide con quello reale, in effetti a me sembra che siano trascorsi secoli dal primo approccio con la fotografia di Daniele e il suo metodo di insegnamento. Il merito (gliel'ho ripetuto anche ieri in auto) è di Demetrio, che ha pensato in calcio d'angolo d'invitarmi alla presentazione del workshop nella sede del Fotoclub di Fermo, lo stesso luogo (da me non proprio amatissimo, lo confesso... è troppo scomodo! Ma la scomodità spesso porta a una maggiore concentrazione, questo è certo!) in cui ho conosciuto Giovanni Marrozzini e la sua Itaca.
E adesso? Prima di tutto devo finire di rielaborare le emozioni della giornata di ieri e poi sì, buttarmi sulla bozza che ha portato alla Fondazione Libero Bizzarri di San Benedetto del Tronto Maria Loreta Pagnani, artefice del miracoloso passaggio dall'ossatura scarna e disordinata del libro a un progetto grafico vero e proprio. Buttarmi a fare che cosa?
A tagliarlo un po'. Se dipendesse da alcuni dei partecipanti (capeggiati, anzi, direi proprio istigati da Daniele. Si scherza, eh) un bel po'.
Su questo non potrò mai essere d'accordo, visto l'obiettivo finale del mio lavoro: produrre un libro, per l'appunto, non solo fotografico e soprattutto non rivolto solo a fotografi. Perché durante i lunghi mesi intercorsi dalla nascita di questo spazio in poi (un anno, stavolta anche in senso cronologico) ho preso coscienza della mia doppia anima: paroliera (scribacchina) e fotografa, nel senso di amante della comunicazione attraverso le immagini. E' sempre stato così, ma con il passare dei giorni la frattura è diventata sempre più evidente. Al punto che sul tema del doppio, a dirla tutta, potrei proprio farci un lavoro... fotografico? Può essere.
E insomma, finiamola qua.
Vi lascio con scatti sparsi della giornata di ieri, fatti con la macchinina compatta che, vi dirò, mi dà un senso di libertà pari - probabilmente - a quello che prova Maria Loreta con il suo i-phone:
Giorgio Stella e la fotografia pulita, rigorosa e bella |
Daniele Cinciripini, Demetrio Mancini e Raul Baldancioni discutono della maquette del libro di quest'ultimo intitolato Era mio nonno |
La copertina del libro di Toto, alias la grande Antonella Renzi |
Sullo sfondo il secondo volume della collana ideata da Giorgio, in primo piano uno dei libri che ha ispirato Che gatti |
Daniele e Maria Loreta Pagnani alle prese con il suo Nonnulla, il progetto individuale sul quale ha lavorato in questi mesi, che ha preso (assai) forma |
Primula e lo scotch in uno dei volumi di Maria Loreta |
Patrizia Malizia, la mia personale musa marchigiana-giapponese, Toto e Giorgio |
Demetrio e il silenzio carico di significati |
E adesso sotto ad asciugare Che gatti, del resto ancora piuttosto indecifrabili persino per me, come si vede dallo scatto qui sotto:
E come al solito: ad maiora!
sabato 8 settembre 2012
Di Bice Cairati (alias Sveva Casati Modignani) e di Bice-Teppa
Scusatemi, ma non potevo ignorare la incredibile coincidenza di cui vi sto per parlare.
Ieri ho cominciato a leggere pigramente l'intervista di Marco Cicala (mio quasi omonimo... o forse sarebbe più corretto dire il contrario, cioè che io sono una quasi sua omonima...) sul Venerdì de La Repubblica a Sveva Casati Modignani, scrittrice da me colpevolmente snobbata, ed ecco che mi si è parata davanti una piacevolissima sorpresa.
L'autrice italiana di best-seller in realtà si chiama Bice Cairati ed è stata, in estrema sintesi, per tutta la vita una... teppa. Non potevo non sorridere: la nostra gatta grigia si chiama come lei ed è esattamente come la sua omonima umana una vera forza della natura.
Sarà che in questi giorni ho ultimato i testi per il piccolo libro che ho dedicato ai nostri gatti e che quindi sono più facilmente suggestionabile, però dovete ammettere anche voi miei pochi seguaci che sia una bella coincidenza.
Oltretutto, per chi di voi ha il Venerdì, date un'occhiata allo sguardo della Modignani e ditemi se non sembra una gatta dispettosa.
Insomma, nomen omen... ma su questo non aggiungo altro.
Vi lascio invece con un paio di scatti del capitolo Facce, più esplicativi di qualsiasi parola:
E domani mostreremo la maquette... so già che il mio lavoro (con il fondamentale apporto tecnico-stilistico di Maria Loreta Pagnani) non è nelle corde di Daniele Cinciripini; ma non si può essere d'accordo su tutto, no?
No!
Ieri ho cominciato a leggere pigramente l'intervista di Marco Cicala (mio quasi omonimo... o forse sarebbe più corretto dire il contrario, cioè che io sono una quasi sua omonima...) sul Venerdì de La Repubblica a Sveva Casati Modignani, scrittrice da me colpevolmente snobbata, ed ecco che mi si è parata davanti una piacevolissima sorpresa.
L'autrice italiana di best-seller in realtà si chiama Bice Cairati ed è stata, in estrema sintesi, per tutta la vita una... teppa. Non potevo non sorridere: la nostra gatta grigia si chiama come lei ed è esattamente come la sua omonima umana una vera forza della natura.
Sarà che in questi giorni ho ultimato i testi per il piccolo libro che ho dedicato ai nostri gatti e che quindi sono più facilmente suggestionabile, però dovete ammettere anche voi miei pochi seguaci che sia una bella coincidenza.
Oltretutto, per chi di voi ha il Venerdì, date un'occhiata allo sguardo della Modignani e ditemi se non sembra una gatta dispettosa.
Insomma, nomen omen... ma su questo non aggiungo altro.
Vi lascio invece con un paio di scatti del capitolo Facce, più esplicativi di qualsiasi parola:
E domani mostreremo la maquette... so già che il mio lavoro (con il fondamentale apporto tecnico-stilistico di Maria Loreta Pagnani) non è nelle corde di Daniele Cinciripini; ma non si può essere d'accordo su tutto, no?
No!
mercoledì 5 settembre 2012
Il librotto prende forma... e si prepara ad andare a Bibbiena con Daniele (forse...)!
A pochi giorni dall'ultimo incontro con Daniele Cinciripini, Maria Loreta sta compiendo gli ultimi ritocchi del nostro libro... quadrotto! Mi piaceva talmente tanto il suono di quest'ultima parola da cannarne completamente il significato. La bravissima (e felinamente attenta) curatrice del progetto grafico mi ha rinfrescato la memoria (sì, perché me l'aveva già detto, ma i mestieranti come me sono naturalmente pressappochisti) rispiegandomi che si tratta di un formato così poco rettangolare da sembrare quadrato.
E insomma, Che gatti va prendendo forma, dopo vari aggiustamenti e conversazioni fiume su skype... domenica, poi, Daniele ci dirà se gli garba o se dobbiamo ritoccarlo ancora un po' in vista della loro (di Daniele e del quadrotto!) partenza per il festival FotoConfronti, previsto sempre al Centro italiano della fotografia d'autore di Bibbiena il 22 e 23 settembre prossimi. Il fine che muove il nostro mentore verso l'incantevole borgo toscano è proprio la presentazione dei suoi workshop sull'autoproduzione del libro fotografico (il cosiddetto progetto Print Yourself), anche per mezzo di qualcuno dei lavori realizzati dai suoi allievi marchigiani.
L'intervento di Daniele è previsto alle 16.30 di sabato 22, ma il Festival è fatto anche di altri "micro-seminari" (uno è tenuto dal mio tutor del progetto Itaca, ossia Silvano Bicocchi, da me rivisto di recente a Sassoferrato... lo ringrazio ancora da qui per avermi fatto scoprire Piergiorgio Branzi. Accidenti che personaggio!), letture portfolio, workshop, presentazione di libri e l'inaugurazione della mostra fotografica "Incerti equilibri", dedicati ai giovani autori under 35 partecipanti alla Biennale di Bibbiena, detta (non a caso!) "Bibbiennale".
E insomma: beati quelli che andranno di nuovo (o per la prima volta) nel Casentino: io a questo giro passo... O meglio: mando (salvo bocciatura di Daniele!!) il quadrotto al posto mio e di Maria Loreta.
Eccovi qualche altro scatto del lavoro al rush finale:
Il primo fa parte del capitolo Sonnellini, il secondo di Facce e il terzo di Abitudini...
Sempre ammesso che Daniele non me le faccia togliere, dal momento che non le ha mai viste prima!!
A domenica la sentenza definitiva...
A domani, invece, il confronto finale con Maria Loreta nella bella cittadina di Senigallia.
Sperando che il sole torni a splendere... fuori oltre che dentro di noi!
E insomma, Che gatti va prendendo forma, dopo vari aggiustamenti e conversazioni fiume su skype... domenica, poi, Daniele ci dirà se gli garba o se dobbiamo ritoccarlo ancora un po' in vista della loro (di Daniele e del quadrotto!) partenza per il festival FotoConfronti, previsto sempre al Centro italiano della fotografia d'autore di Bibbiena il 22 e 23 settembre prossimi. Il fine che muove il nostro mentore verso l'incantevole borgo toscano è proprio la presentazione dei suoi workshop sull'autoproduzione del libro fotografico (il cosiddetto progetto Print Yourself), anche per mezzo di qualcuno dei lavori realizzati dai suoi allievi marchigiani.
L'intervento di Daniele è previsto alle 16.30 di sabato 22, ma il Festival è fatto anche di altri "micro-seminari" (uno è tenuto dal mio tutor del progetto Itaca, ossia Silvano Bicocchi, da me rivisto di recente a Sassoferrato... lo ringrazio ancora da qui per avermi fatto scoprire Piergiorgio Branzi. Accidenti che personaggio!), letture portfolio, workshop, presentazione di libri e l'inaugurazione della mostra fotografica "Incerti equilibri", dedicati ai giovani autori under 35 partecipanti alla Biennale di Bibbiena, detta (non a caso!) "Bibbiennale".
E insomma: beati quelli che andranno di nuovo (o per la prima volta) nel Casentino: io a questo giro passo... O meglio: mando (salvo bocciatura di Daniele!!) il quadrotto al posto mio e di Maria Loreta.
Eccovi qualche altro scatto del lavoro al rush finale:
Il primo fa parte del capitolo Sonnellini, il secondo di Facce e il terzo di Abitudini...
Sempre ammesso che Daniele non me le faccia togliere, dal momento che non le ha mai viste prima!!
A domenica la sentenza definitiva...
A domani, invece, il confronto finale con Maria Loreta nella bella cittadina di Senigallia.
Sperando che il sole torni a splendere... fuori oltre che dentro di noi!
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