lunedì 10 settembre 2012

"Che gatti" a Bibbiena? Solo se lavoro per sottrazione!

Comunque vada a finire, l'esperienza di Print Yourself, il workshop sull'autoproduzione del libro fotografico ideato e condotto da Daniele Cinciripini e Demetrio Mancini, è stata bellissima e indimenticabile.
Adesso starà a me decidere se e cosa tagliare degli scatti mostrati ieri nell'ultimo (finale) incontro del ciclo di quattro partiti poche settimane dopo la grande nevicata di fine febbraio.
E se il tempo cronologico non sempre coincide con quello reale, in effetti a me sembra che siano trascorsi secoli dal primo approccio con la fotografia di Daniele e il suo metodo di insegnamento. Il merito (gliel'ho ripetuto anche ieri in auto) è di Demetrio, che ha pensato in calcio d'angolo d'invitarmi alla presentazione del workshop nella sede del Fotoclub di Fermo, lo stesso luogo (da me non proprio amatissimo, lo confesso... è troppo scomodo! Ma la scomodità spesso porta a una maggiore concentrazione, questo è certo!) in cui ho conosciuto Giovanni Marrozzini e la sua Itaca.
E adesso? Prima di tutto devo finire di rielaborare le emozioni della giornata di ieri e poi sì, buttarmi sulla bozza che ha portato alla Fondazione Libero Bizzarri di San Benedetto del Tronto Maria Loreta Pagnani, artefice del miracoloso passaggio dall'ossatura scarna e disordinata del libro a un progetto grafico vero e proprio. Buttarmi a fare che cosa?
A tagliarlo un po'. Se dipendesse da alcuni dei partecipanti (capeggiati, anzi, direi proprio istigati da Daniele. Si scherza, eh) un bel po'.
Su questo non potrò mai essere d'accordo, visto l'obiettivo finale del mio lavoro: produrre un libro, per l'appunto, non solo fotografico e soprattutto non rivolto solo a fotografi. Perché durante i lunghi mesi intercorsi dalla nascita di questo spazio in poi (un anno, stavolta anche in senso cronologico) ho preso coscienza della mia doppia anima: paroliera (scribacchina) e fotografa, nel senso di amante della comunicazione attraverso le immagini. E' sempre stato così, ma con il passare dei giorni la frattura è diventata sempre più evidente. Al punto che sul tema del doppio, a dirla tutta, potrei proprio farci un lavoro... fotografico? Può essere.
E insomma, finiamola qua.
Vi lascio con scatti sparsi della giornata di ieri, fatti con la macchinina compatta che, vi dirò, mi dà un senso di libertà pari - probabilmente - a quello che prova Maria Loreta con il suo i-phone:

Giorgio Stella e la fotografia pulita, rigorosa e bella

Daniele Cinciripini, Demetrio Mancini e Raul Baldancioni
discutono della maquette del libro di quest'ultimo intitolato Era mio nonno

La copertina del libro di Toto, alias la grande Antonella  Renzi

Sullo sfondo il secondo volume della collana ideata da Giorgio, in primo piano uno dei libri che ha ispirato Che gatti

Daniele e Maria Loreta Pagnani alle prese con il suo Nonnulla, il progetto individuale sul quale ha lavorato in questi mesi, che ha preso (assai) forma

Daniele, Maria Loreta, Gianluca Tappatà e Tiziana Dossi (in piedi alle loro spalle), autrice del volume rosso che si intravede in primo piano, dal titolo  Stronzo, ma figo! , ispirato dalle reazioni collettive alle sue foto

Primula e lo scotch in uno dei volumi di Maria Loreta

Patrizia Malizia, la mia personale musa marchigiana-giapponese, Toto e Giorgio

Demetrio e il silenzio carico di significati
Approfitto del mio blog per ringraziare tutti, anche gli assenti alla giornata di ieri, augurando buona vita a ognuno di loro.
E adesso sotto ad asciugare Che gatti, del resto ancora piuttosto indecifrabili persino per me, come si vede dallo scatto qui sotto:


E come al solito: ad maiora!

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