Adesso starà a me decidere se e cosa tagliare degli scatti mostrati ieri nell'ultimo (finale) incontro del ciclo di quattro partiti poche settimane dopo la grande nevicata di fine febbraio.
E se il tempo cronologico non sempre coincide con quello reale, in effetti a me sembra che siano trascorsi secoli dal primo approccio con la fotografia di Daniele e il suo metodo di insegnamento. Il merito (gliel'ho ripetuto anche ieri in auto) è di Demetrio, che ha pensato in calcio d'angolo d'invitarmi alla presentazione del workshop nella sede del Fotoclub di Fermo, lo stesso luogo (da me non proprio amatissimo, lo confesso... è troppo scomodo! Ma la scomodità spesso porta a una maggiore concentrazione, questo è certo!) in cui ho conosciuto Giovanni Marrozzini e la sua Itaca.
E adesso? Prima di tutto devo finire di rielaborare le emozioni della giornata di ieri e poi sì, buttarmi sulla bozza che ha portato alla Fondazione Libero Bizzarri di San Benedetto del Tronto Maria Loreta Pagnani, artefice del miracoloso passaggio dall'ossatura scarna e disordinata del libro a un progetto grafico vero e proprio. Buttarmi a fare che cosa?
A tagliarlo un po'. Se dipendesse da alcuni dei partecipanti (capeggiati, anzi, direi proprio istigati da Daniele. Si scherza, eh) un bel po'.
Su questo non potrò mai essere d'accordo, visto l'obiettivo finale del mio lavoro: produrre un libro, per l'appunto, non solo fotografico e soprattutto non rivolto solo a fotografi. Perché durante i lunghi mesi intercorsi dalla nascita di questo spazio in poi (un anno, stavolta anche in senso cronologico) ho preso coscienza della mia doppia anima: paroliera (scribacchina) e fotografa, nel senso di amante della comunicazione attraverso le immagini. E' sempre stato così, ma con il passare dei giorni la frattura è diventata sempre più evidente. Al punto che sul tema del doppio, a dirla tutta, potrei proprio farci un lavoro... fotografico? Può essere.
E insomma, finiamola qua.
Vi lascio con scatti sparsi della giornata di ieri, fatti con la macchinina compatta che, vi dirò, mi dà un senso di libertà pari - probabilmente - a quello che prova Maria Loreta con il suo i-phone:
Giorgio Stella e la fotografia pulita, rigorosa e bella |
Daniele Cinciripini, Demetrio Mancini e Raul Baldancioni discutono della maquette del libro di quest'ultimo intitolato Era mio nonno |
La copertina del libro di Toto, alias la grande Antonella Renzi |
Sullo sfondo il secondo volume della collana ideata da Giorgio, in primo piano uno dei libri che ha ispirato Che gatti |
Daniele e Maria Loreta Pagnani alle prese con il suo Nonnulla, il progetto individuale sul quale ha lavorato in questi mesi, che ha preso (assai) forma |
Primula e lo scotch in uno dei volumi di Maria Loreta |
Patrizia Malizia, la mia personale musa marchigiana-giapponese, Toto e Giorgio |
Demetrio e il silenzio carico di significati |
E adesso sotto ad asciugare Che gatti, del resto ancora piuttosto indecifrabili persino per me, come si vede dallo scatto qui sotto:
E come al solito: ad maiora!
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