giovedì 22 dicembre 2011

Giuseppe Pende e i suoi ottanta gatti

Passo da via Perpenti piuttosto spesso. La percorro in prevalenza a piedi per andare dalla mia parrucchiera o per raggiungere la mia banca più velocemente. Ho sempre saputo che è una delle più antiche di Fermo (non a caso, da lì passa anche la sfilata in costume di Ferragosto, nel giorno della Cavalcata dell'Assunta, una tradizione antica - dicono qui - più del Palio di Siena, rinverdita solo negli anni Ottanta).
Eppure, non la conosco. Non so nulla (o quasi) dei palazzi storici che la percorrono a destra e a sinistra e dei sassi sul selciato, ben più di semplici sampietrini.
Oggi, però, ho fatto una scoperta meravigliosa.
In uno di quei palazzi è ospitato il museo permanente dedicato a Giuseppe Pende, pittore e molto di più scomparso nel 2001. L'anno è assai significativo per la sottoscritta per molte ragioni: la più importante? Ho conosciuto proprio allora il mio compagno di vita, il bipede Paolo di cui parlo nel mio profilo.
Ai tempi, però, non avrei mai immaginato di trasferirmi da queste parti. Ero proiettata verso la grande città, come molti con storie personali e professionali simili alla mia.
Giuseppe Pende era di origine pugliese: anche lui è dunque uno dei tanti transfughi capitati quasi per sbaglio in questo posto.
Per lui, Fermo era un paradiso, forse perché gli permetteva più che da altre parti di stare a stretto (strettissimo!) contatto con i suoi ottanta gatti.
Era anche uno sportivo e un grande amatore (ha avuto otto figli dalla sua ex modella e moglie Ida, colei che, credo, ha permesso la nascita dello spazio espositivo).
"Intanto" che continuo a lavorare all'ex mercato coperto, raccolgo perciò più informazioni possibili per i miei futuri scatti e per le mie future storie, a questo punto non so più se solo "minime".
Con il passare dei giorni, infatti, mi rendo sempre più conto che il mio progetto originario - nato con lo scopo di documentare la vita sull'angolo del centro storico che mi è più noto, ossia via Mazzini, piazza del Popolo e il Girfalco) - potrebbe allargarsi a dismisura proprio grazie alle notizie che vado via via raccogliendo dalle persone che sto conoscendo alla Collettiva natalizia di artisti.
So tuttavia che mi è stato dato un limite massimo per consegnare il lavoro, ma secondo alcuni sarebbe trattabile, perciò vediamo...
In ogni caso, niente m'impedisce di usare quel che non finirà nel progetto per Itaca altrove.
Di Giuseppe Pende, infine, preferisco non dire altro finché non sarò andata a visitare lo spazio che gli hanno dedicato.
Vi lascio con tre scatti fatti all'angolo tra via Recanati e via, giusto nel giorno della sfilata medievale:



Nell'ultima si vede il fotografo Fabrizio Zeppilli, che ormai incontro spessissimo nelle mie esplorazioni fotografiche... Neanche a farlo apposta, tra gli scatti che espone a "Intanto", ce ne sono un paio molto simili (come soggetti, non come resa tecnica!!!) alle mie... Mi sa che finirà per odiarmi! Lo dico simpaticamente, ovvio...
Insomma, proseguo. E aspetto con grande curiosità quel che scoprirò già domani nel gelido ex mercato coperto.

2 commenti:

  1. che bella italia è quella dei borghi cittadini ! è la riflessione che facevo mentre il tuo sguardo si dipana sulle biografie degli abitanti della città. basta andare appena un po' oltre. e tu hai passo e simpatia da esploratrice.

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  2. Sì, l'Italia è piena di meraviglie, peccato che molti, compresi quelli che hanno la fortuna di esserci nati, non se ne rendano conto con la giusta intensità... solo se si ama qualcosa svisceratamente, infatti, la si può difendere dalla speculazione e da altri tipi di attacchi.
    Per quanto potrò, cercherò di valorizzare tutto ciò che vedo.
    Grazie del passaggio, buona anti-vigilia a te e a Luciana

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