Credo di essere ormai più o meno a metà del mio percorso verso la Itaca di Giovanni Marrozzini.
E' giunto il tempo, perciò, di stilare un mini-bilancio (o di tirare le somme, per restare nell'ambito delle frasi fatte):
1) ho scoperto di essere molto più capace di quanto immaginassi di fermare le persone e di convincerle a farsi fotografare;
2) "i fermani, se ti adottano, ti adottano per sempre", stando a quanto mi ha detto una fotografanda, inserita recentemente nella lista dei fotografabili; si tratta di un grandissimo volto su una complessa personalità, però assai più dolce di quanto immaginassi;
3) "l'ospedale aiuta la chiesa", ma se chiude il primo, sono "uccelli per diabetici" (o qualcosa del genere): la prima parte della frase non è mia, la seconda lo è più o meno. Il senso? Chi ha sofferto la fame, sa che cosa significa trovarsi in un guado. Poi, c'è chi se ne frega e gira lo sguardo e chi aiuta. A me è capitato di incontrare il secondo tipo di persona, semplicemente girando e parlando. Sono doni rari che ti lasciano senza parole. Se riuscissi a rendere questo insegnamento in una delle mie Minime Storie ne sarò orgogliosissima;
4) mi piace immensamente fare foto: quando scatto, non sento più niente, né fame né sete né ansia. E' bellissimo. Non so se si vede da questi scatti:
Insomma, non mi resta che andare avanti... Sentirmi dire che sono "incredibile" dal mio tutor mi ha dato (non lo nascondo) una certa energia. Speriamo di saperla mettere a frutto. Anzi, non vedo l'ora di farlo.
bello il grugno dell'ultima persona. ma anche la macchia di sole su cammina quell'uomo ...
RispondiEliminanon ho dubbi che diventerai la beniamina dei tuoi fotografati.
è vero che teniamo alla nostra privacy, ma è altrettanto vero che amiamo essere presi in condiderazione.
e una fotografia per strada è un modo per essere individuati, per l'appunto come soggetti.
e poi tu sei simpatica e prossemica
complimenti e ancora buoni scatti
Caro Paolo,
RispondiEliminain verità le foto che vedi sopra sono preparatorie. Per quelle ufficiali che, se vuoi, puoi guardare, con titolo e testo annessi, sul sito del Fotoclub, ho dovuto stabilire una relazione più che prossemica con i fotografati. cioè: prima ci parlo e poi scatto le foto. il lavoro di relazione con i soggetti scelti, insomma, è fondamentale.
Oggi il mio tutor mi ha lasciato il seguente commento sul sito ufficiale del progetto: "Pensi che 20 "Minime storie" saranno sufficienti a rappresentare i personaggi che si possono incontrare a Fermo? Sono il doppio di queste foto.
I testi sono una parte essenziale del tuo lavoro e purtroppo qui nel blog sono confinati nella "Descrizione" mentre il loro posto è stare a fianco delle immagini.
Anche nel libro "Una paese" di Paul Strand e Cesare Zavattini c'è una fotografia e un testo che racconta la vita della persona ritratta. Con le dovute proporzioni lo stile dell'opera resta quello, con testi però molto sintetici e forti nel accendere vivacemente il senso dell'immagine e nel entrare nel mondo interiore del personaggio rappresentato.
Alla fine vedremo quale sequenza sarà la più coerente.
Silvano Bicocchi"
ecco tutto. non aggiungo altro.
No, dimenticavo: se fossi un abitante di Fermo ti chiederei se posso fotografarti. Accetteresti? :-)
Buone ore, salutami Luciana
e certo che mi farei fotografare. avrei sempre un fascio di quotidiani sotto braccio, un quaderno di appunti e il piccolo pc asus con me
RispondiEliminache menata la parola chiave dopo l'enter sul commento
RispondiEliminaFantastica idea: la prossima volta che ci vediamo, preparati per il set fotografico! :-)
RispondiEliminagià, proprio una rottura quell'inutile chiave.
a presto, buonissime ore (compatibilmente con il mio mal di testa... uff)