Stamattina niente foto a Diana, che è dovuta correre "dietro a un mortale" (traduco per i non giornalisti: "incidente mortale"), perciò, tristemente me ne sono andata in posta a pagare le bollette.
Quando si dice il caso.
Tra un mare di vecchietti chi t'incontro? Il tipo che cammina tutte le sere, tra le cinque e le sette, che originariamente saliva su via Mazzini da solo. Più di una volta l'ho avvistato dalle finestre di casa mia con il suo kway e l'ombrello, utilizzato, all'occorrenza, anche per fare un po' di braccia.
Da un po' di tempo a questa parte, invece, lo vedo in compagnia di una donna, presumo la moglie o la fidanzata. Insieme, sono proprio carini e fotogenici. Peccato però che sia buio pesto, il che, in effetti, rende assai difficoltosa la realizzabilità di uno dei miei (spero) prossimi scatti.
Insomma, di giorno e costretta a una lunga attesa, ho potuto osservarlo con calma.
Era seduto affianco a due vecchietti, uno dei due novantenario. Si parlava di campagna e di odori. Una volta, ribadiva il camminatore con occhialini intellettuali e tuta d'ordinanza, era diverso: la campagna profumava, adesso (anzi: "addè", trascrizione fonetica della parola in vernacolo locale) puzza.
E fin qui, in fondo, niente di strano: è logico intrattenersi in discorsi da fila postale, dovendo aspettare così tanto tempo (personalmente, ci sono rimasta più di un'ora. Alla fine ero in trance).
Il problema, se può dirsi tale, è che il tipo stringeva tra le dita il tagliando segna-coda arrotolato a mo' di sigaretta e... ha fatto finta di fumarlo! Cioè: ha proprio mimato l'atto di portarselo alle labbra e di respirarlo, con tanto di fuoriuscita finale della nicotina dalla bocca. Ero ancora parecchio stupita dal gesto, quand'ecco che gliel'ho visto ripetere una seconda volta.
Perché mai l'avrà fatto?
La risposta più semplice non la scrivo.
Diamo quella più razionale: magari è un fumatore (benché camminatore accanito, ma l'una cosa non esclude l'altra: conosco fumatori che fanno le maratone) ed era, in quel momento, in preda a una crisi d'astinenza troppo forte.
Del resto, visto quanto ho dovuto attendere io, è facile che sia successo lo stesso a lui e per un tabagista dev'essere una vera tortura sentirsi imprigionati in un luogo smoke-free.
Tuttavia, non riesco ad accontentarmi di questa spiegazione.
Se mai avrò il coraggio (e non è un problema di timidezza) di fermarlo, gli chiederò se fuma.
Oppure, magari, ha smesso e cerca di non riprendere il vizio percorrendo in lungo e in largo il centro storico, kantianamente sempre agli stessi orari.
Insomma, il mistero è fitto.
Se lo risolverò, ripasserò di qua a renderne conto.
Dimenticavo un dettaglio.
Per scherzare, ed esclusivamente in privato (da questo momento non più...), anch'io faccio spesso finta di fumare: stecche del gelato, matite, una volta pure un pezzetto di pane... però non fumo, è solo un gioco un po' bizzarro e per niente ambiguo. E' idiozia allo stato puro, insomma.
Che non faccia anche lui come me?
Sì, bisogna che lo fermi e ci faccia almeno due chiacchiere.
Nel frattempo, eccovi un'immagine della meta del percorso del tipo camminante (e signora):
Adesso (addè) le foglie gialle non ci sono più e comunque non credo di riuscire a scattare in notturna. Mai dire mai, comunque. La mia è solo scaramanzia.
Per calmare i nervi, comunque, posso sempre fumarmi un post-it...
Forse pensava di dar fuoco agli impiegati delle poste locali (data la loro proverbiale lenteeeeezza) ed ha sublimato! ;)
RispondiEliminaPotrebbe essere, non ci avevo pensato!
RispondiEliminagrazie del passaggio, FairyRain, a presto :-)
Acicah