domenica 15 gennaio 2012

I gatti della Casina delle Rose

Sono stati tra i primi protagonisti delle mie escursioni ai cassonetti della spazzatura, già nei primi giorni in cui siamo venuti ad abitare in via Mazzini, ben prima che decidessi di intraprendere il lavoro che sto documentando in questo spazio.
Sto parlando dei gatti che gravitano intorno all'hotel sulla cima del colle del Girfalco, la famosa, per i locali, Casina delle Rose, costruita, se non erro, intorno agli anni Cinquanta.
Se dovesse saltare qualche altra "minima storia" di quelle programmate, non escludo di inserirne un'altra su questo edificio un po' fatiscente, dalle finestre tondeggianti come bifore e le tapparelle di plastica decisamente fuori contesto. Ospiti fissi di questo albergo, e direi meglio del suo ristorante, sono una quindicina di gatti, alcuni in pianta più o meno stabile nel cortiletto attiguo alle cucine, altri di passaggio nel medesimo posto, quando la fame si fa troppo imperiosa.
Ogni tanto qualcuno salta sulla tettoia di lamiera che scorgo anche dalla finestra della nostra camera da letto, ma per poterli immortalare adeguatamente, mi occorrerebbe un teleobiettivo da reporter addetto alla Camera dei Deputati, di quelli che riescono a leggere nitidamente i pizzini dei nostri simpatici onorevoli.
Conoscendo la ritrosia (più teatrale che autentica) di questi animali, ho creduto che fosse meglio fotografarli dall'alto. Alla fine, però, ho cambiato idea, sicché la foto selezionata per il portfolio Itaca è decisamente da vicino. L'ho intitolata "Menu del giorno" e ho parlato del baccalà, un alimento, quest'ultimo, diventato prelibatezza da gourmet, proprio per questo scomparso dai piatti offerti dall'hotel.
Poco male. I gatti, soprattutto quelli di strada abituati a ben altre ristrettezze, si accontentano anche di cucine meno raffinate. Come la trippa, tuttora pezzo forte della Casina delle rose, tradizionale e antiquato come il medesimo stabile.
Vista la gentilezza dei gestori e il loro amore per i felini, non escludo di andare prima o poi a sperimentare la loro cucina. Alla peggio, se dovessi sentirmi troppo sazia, so gli avanzi non andrebbero sprecati.
E ora non mi resta che presentarvi i gatti del duomo:




Che altro aggiungere? Lunga vita all'hotel, al suo ristorante, e ai suoi avventori più affezionati.

6 commenti:

  1. bravi i gestori dell'hotel che fanno vivere la vita dei gatti.
    già: "vivere la vita".
    l'autonomia del gatto e la loro capacità di relazione li rende animali potenti ed amici.
    nerone dagli occhi gialli è bellissimo ... senza nulla tolgliere agli altri !
    ciao
    e buoni scatti

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  2. non so se si intravedono i peluzzi bianchi sul suo petto: sembra che porti proprio un tovagliolo! :-)

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  3. Già, molto bellini! :-)
    oggi ne ho visto uno su via Perpenti, meraviglioso: era bianco, con un occhio azzurro e uno verde. Spero di riuscire a fotografarlo prima o poi!
    ciao :-)

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  4. L'Hotel era di mia zia,ha sempre avuto la passione per i mici.Qualcuno sà dirmi se il Comune di Fermo gli ha prorogato l'affitto?Perchè dovevano chiudere se non c'era la ristrutturazione!?Grazie.

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    1. Gentile anonimo,
      purtroppo non so darle una risposta precisa. Da quel che ho saputo, però, per il momento non cambierà nulla. Spero sinceramente, in ogni caso, che anche quando dovessero partire i lavori di ristrutturazione si terranno nel dovuto conto tutti coloro che vi abitano, umani e quattrozampe.
      grazie della visita, buona giornata!
      Alessandra Cicalini

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