mercoledì 16 maggio 2012

Prodigi di Lightroom/2: stop all'eccesso di rumore e di oscurità!

Stamattina ho cominciato a guardarmi i tutorial su Lightroom e mi sembrano veramente fatti bene.
Per prima cosa, ho dato un'occhiata a quelli che spiegano come ridurre il "rumore" o disturbo, ossia l'eccesso di  quei fastidiosi pixel colorati che vengono fuori quando tratti una fotocamera digitale come un'analogica.
Poi ho dato un'occhiata alla faccenda della "chiarezza" e della "vividezza", altre parole che mi erano del tutto ignote. Infine, ho cominciato a giocare con un paio di fotografie per vedere che cosa riuscissi a combinare con le nozioni appena apprese.
Il primo risultato è una foto di Savini estremamente rumorosa (l'ho scattata a 3.200 Iso! Manco se fossi stata in una cripta). Tale è rimasta, ma leggermente meno rispetto all'originale:


Apprendendo le differenze tra vividezza e chiarezza, per esempio, ho capito che la prima doveva restare a zero (altrimenti il giallo già molto evidente sul viso dell'artista sarebbe aumentato ancora di più), mentre un tocco di chiarezza in più, per dare più sprint ai contorni, ci poteva anche stare. Da ultimo, l'ho anche leggermente desaturata per appiattire ancora di più l'effetto itterizia diffuso su tutto lo scatto.
Resta sempre il fatto che potrei stamparla solo a dimensioni molto ridotte perché è davvero sgranatissima. Più avanti vedrò se giocando sulla granulosità, per caso non riesca a ottenere un effetto migliore di così.
Ho però una certezza: a meno di non avere il cavalletto, in condizioni di luce davvero troppo scadente, non scatterò mai più o scatterò foto scure confidando nei prodigi della post-produzione digitale!
Un esempio in questo senso è la foto della gatta di Elisa la perpetua, originariamente molto scura, ma scattata a 1/80 di secondo e 200 Iso (dagli errori s'impara. O almeno ci si può provare). Lavorando sull'esposizione (e aumentando anche in questo caso, un pochino, la chiarezza), ecco quello che sono riuscita a ottenere:


Cliccandoci sopra per ingrandirla, in questo caso, la foto dovrebbe essere abbastanza nitida, tale da reggere un ingrandimento decente.
Da queste piccole prove capisco quanto sia fondamentale avere il maggiore controllo tecnico possibile sulle tecnologie che aiutano a valorizzare le fotografie.
Aggiungo di non essere ideologicamente contraria al foto-ritocco, però di essere, almeno in questa fase, interessata più che altro a dare ai miei scatti la giusta valorizzazione realistica.
In un certo senso, anzi, mi sento come se fossi in camera oscura e volessi, semplicemente, ottenere buone stampe dei miei rullini. Tutto qua. Se mai un domani dovessi diventare una maga di Lightroom, allora (forse) potrò dedicarmi ai ritocchi veri e propri. Oppure può anche darsi che non accadrà mai: la mia "poetica", probabilmente, passa attraverso la realtà e ho la sensazione che non mi servano occhiali speciali come quelli che si sono inventati a Google per farla emergere. 
Staremo a vedere.
A.M. (AD MAIORA in sigla!)

Ps Un grazie di cuore a Demetrio Mancini per avermi fatto conoscere Lightroom e i relativi tutorial online.

2 commenti:

  1. ho cliccato sulla fotografia del gatto . effettivamente il risultato è di ottima qualità. ma è voluto l'accostamento delle due pose dell'umano e qualla del gatto. effettivamante ci sono sottili somiglianze

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    1. più che umano, direi... i gatti sono DIVINI
      grazie ancora, caro Paolo

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