martedì 4 ottobre 2011

In partenza

La valigia è pronta da un po', all'incirca un mese. Neanche se dovessi andare a partorire. E in effetti mi domando: ma non si rischia di sbagliare completamente biancheria se ci si prepara troppo in anticipo?
E infatti a me manca qualcosa, per esempio una prima immagine.
Ve lo confesso: per ora non ho scattato neanche una foto. No, diciamola tutta: ho bighellonato lungo la via "hard core" del mio "minimo progetto" (troppe virgolette, perdonatemi) con la mia Pentax P30N.
Sì, alla fine sono tornata all'origine: con quella macchina (però con un altro obiettivo) ho frequentato il corso di fotografia nella mia città natale. Ai tempi, ero una vera pischella. Da allora? Da allora sono passati oltre ...'ent'anni. Ebbene sì, sono una tardona con il gusto del gioco.
Per farla breve, ho finito il rullino, ma devo portarlo a sviluppare. Se va tutto bene, dovrei aver immortalato i principali angoli delle location (bleah) prescelte. Sempre ammesso (lo dirò spesso: ammesso e sempre. Lettori avvisati) che possa un giorno l'altro utilizzarli come sfondo dei miei ritratti.
Sì. Perché per chi non avesse ancora capito dove voglio andare a parare, voglio andare a parare dalle parti del fotoracconto, usando questo spazio per testimoniare i passi più salienti verso il mio obiettivo.
Obiettivamente (oh yes) è un casino. Il che mi stimola assai.
La parte (relativamente) più semplice sarebbe scrivere sui soggetti che fotograferò.
Ho in testa (e segnato a matita un giorno, mentre facevo qualche noiosa operazione al computer) un elenco di persone da ritrarre. Mi è stato detto che dovrò sottoporre a ciascuna di loro un modulo per la tutela della privacy. Bene. Benissimo. Dubito fortemente che taluni dei ritraendi me lo firmino mai.
Ma vedremo. Quanti ostacoli e quante mani (due!) messe avanti.
Ricominciamo daccapo.
La valigia, quasi pronta, è stata preparata il 7 settembre.
Avrei l'intero file, ma ve lo risparmio.
Vi trascrivo (copio e incollo) solo l'incipit:
"Via Mazzini a Fermo, nelle Marche, conduce dalla piazza principale del centro storico al colle del Girfalco, il punto più alto della cittadina, dominato dal duomo. Di solito il movimento di auto e persone non è eccessivo, anche se nella bella stagione aumenta decisamente per merito dell'incantevole e assai ampia area verde che si estende tutt'intorno alla chiesa cattedrale.
Il luogo è talmente ameno da spingere moltissime coppie di sposi a sceglierlo come scenario per le loro foto-ricordo, a prescindere da dove abbiano celebrato il proprio matrimonio.
Tolti gli sposini e i turisti, però, nel giardino e nella già citata via Mazzini, si incontrano più o meno sempre le stesse persone...".
Ecco.
A me interessano gli habituè. A parte gli impiegati del Comune e i residenti, perché ritornano gli altri? Che cosa fanno e che cosa sognano quando osservano il Conero o i tigli spiumati dall'inverno? 
Perché tra i soggetti che ho individuato, ce n'è più d'uno che si aggira da queste parti anche quando tira un vento che ci porta via tutti, forse attirati, chissà, dall'atmosfera da Sturm und Drang possibile anche nel Centro Italia in certi periodi dell'anno. 
A vederli dall'esterno, sembra quasi che non siano mai usciti da questo borgo, orizzonte e meta di tutto il loro mondo. Oppure no? 
In linea (almeno spero!) con il progetto più generale ideato dal fotografo Giovanni Marrozzini, che mi ha spinto ad assecondare la mia follia, vorrei che dai ritratti fotografici e scritti delle persone che riuscirò a portare sulla mia stessa pericolosa china, emergessero le radici. Di chi ama svisceratamente la terra che li ha generati e di chi (al contrario) se ne allontanerebbe volentieri se potesse.
Dimenticavo un dettaglio.
Anch'io abito in via Mazzini, in una condizione di dorato esilio che mi ha permesso di esercitare, nelle giornate più vuote e solitarie, la mia capacità di micro-osservazione.
Adoro i dettagli e le storie laterali.
Mi piace pensare che anche la più piccola vita possa regalarci macrocosmi di memoria ed emozioni.
Vorrei riuscire a esprimerlo con i due mezzi che adoro di più in assoluto: parole e immagini.
C'è qualcuno che ha voglia di farmi compagnia in questo viaggio?
Ci conto. Prometto che ogni tanto starò zitta. 
Vi aspetto in stazione.

2 commenti:

  1. ci farai camminare per Fermo passo a passo
    ... camminare in fermo ! ...
    Paolo

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  2. Speriamo, Anonimo, speriamo! :-)
    grazie della visita, torna a trovarmi!

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