lunedì 30 aprile 2012

Quelli che... Print yourself!

C'è stato un attimo, durante il secondo incontro con Daniele Cinciripini & co per il workshop sull'autoproduzione del libro fotografico, di pura poesia.
Mi riferisco a quando Demetrio Mancini ha infilato l'ago nella copertina cartonata per illustrarci la legatura di un fascicolo a tre buchi, la più semplice che c'è (a detta sua, ossia di un esperto: per me era complicatissimo il giro a otto del filo di cotone).
In generale, anche questa volta l'incontro con persone veramente interessanti come i due organizzatori e tutti gli altri partecipanti mi ha lasciato in eredità una discreta energia vitale che spero di conservare il più a lungo possibile. In tutti i casi, sapere di avere un obiettivo di breve periodo (ossia la realizzazione del mio "secondo" libro sui miei padroni di casa... parlo di Bice e Nino, naturalmente!) è un grande stimolo contro l'ozio & altri ostacoli.
Concludo perciò con un piccolo, artigianale omaggio al gruppo (anzi, ai due gruppi rimescolati) di Print Yourself:




A tutti ancora grazie e un secondo augurio che non sono riuscita ad aggiungere nei titoli di coda di MovieMaker: siate sempre analogici nell'anima ma contemporanei nella realizzazione pratica dei vostri sogni! :-)

Alla prossima!

giovedì 26 aprile 2012

Stampare, that is the problem!

Quando si dice una scarpa e uno zoccolo. 
Dopo essere riuscita (più o meno) a impaginarmi le Minime storie di ITAca con Blurb, mi accingevo a stampare le immagini da portare sabato al secondo incontro con Daniele Cinciripini.
E' una parola. Volevo usare la carta fotografica di dimensioni ridotte, ma niente: ho fatto tre tentativi a vuoto.
Adesso sulla scrivania campeggia solo la prova su carta da fotocopia del primo degli scatti che vedrete sotto, ma per sicurezza preferisco non sprecare altro inchiostro.
Di seguito riporto una piccola selezione dedicata alla gatta Bice, serbando dentro di me tutto lo sconforto restituitomi dalla consapevolezza che la strada da percorrere, per me, è ancora piuttosto lunga.
Il che, intendiamoci, è anche uno stimolo, ma che vitaccia, accidenti!
Eccovi alcune delle foto che VORREI mostrare a Daniele & co:







Sul computer sono carucce, eh? 
Ma le foto VANNO STAMPATE!!! 
Ce la farò... 
PER FORZA!

martedì 24 aprile 2012

Antonio Bonassi e nonsenso "pop" del presente

Quando ho parlato ad Antonio Bonassi della mia intenzione di raccontare (anzi, di foto-raccontare!) la vita e le opere degli artisti che hanno preso parte a "Intanto", mi è sembrato di avere di fronte Giacomo Leopardi.
E già, perché Tony sembra cogliere, come il suo illustre conterraneo, tutto il nonsenso del vivere in un'epoca come l'attuale così apparentemente ostile all'arte, troppo presa com'è a parlare di spread e di altri spettri. Similmente ad altri artisti, però, anche Tony non può sfuggire al suo destino: che ne sia o meno consapevole, difficilmente potrà mai rinunciare a coltivare uno "spazio di libertà", ossia la sua idea dell'arte che il Nostro ha mutuato da Jean Paul Sartre. 
Ciò significa che, anche se non lo vorrà, continuerà comunque a sentire l'esigenza di creare e insieme di comunicare il frutto del proprio sentire.   
Se così non fosse, non avrebbe preso parte anche all'esposizione sul Ventennale della guerra in Bosnia con due quadri interessanti, in cui ha mescolato icone del nostro tempo come Gandhi e la coppia cinematografica Myrna Loy-William Powell accanto a volti fumettistici e grotteschi deformati dall'insano bisogno di farci la guerra, una volta ogni tanto. 
Un'analoga visione ironica della vita la si coglie anche nell'opera che ha portato all'ex mercato coperto nell'esposizione natalizia: il titolo, "Alice e Carmarillodrillo", fa pensare a una rilettura pop di una delle favole più famose di tutti i tempi. 
Ma magari ho scritto delle sciocchezze immani... Quindi mi taccio e lascio che a parlare siano, di seguito, il volto di Antonio accanto al quadro esposto a "Intanto", i due portati alla mostra chiusasi poco più di una settimana fa, e infine il pannello dell'allestimento di Natale (preceduto dal dettaglio delle rotondità posteriori femminili) con l'altro, più piccolo, in basso a destra, e la frase di Sartre, in basso a sinistra:   







Ad Antonio va il mio grazie e la mia appassionata esortazione a... NON MOLLARE!
Ai suoi amici che spingerà (forse!) a leggersi questo post, ricordo di cliccare sulle foto per ingrandirle.
A tutti gli altri, alla prossima!

lunedì 23 aprile 2012

Un esempio (finale?) di "Minima storia"... rewind!


Ancora stordita (piacevolmente) per i commenti favorevoli degli amici alla mia "opera prima", pubblico di seguito una fotografia che ho scattato circa una settimana fa sul colle del Girfalco.
Si tratta di una scritta inedita rispetto al periodo in cui mi aggiravo in quel luogo alla ricerca di qualche dettaglio o persona da inserire nel mio lavoro. Un taglio diverso della stessa immagine ha dato origine a un post più discorsivo scritto per l'altro mio blog, quello in cui compaio con l'alter ego Madamatap.
Qui voglio pubblicare il formato verticale perché, probabilmente, avrei usato proprio quest'ultimo per "Minime storie" (ormai rewind!).
Che storia da 140 caratteri (titolo escluso!) avrei potuto scriverci su, visto che lo scatto ne contiene una già di per sé?
Me lo sto chiedendo da giorni. Intanto, guardate la foto: 


Ed eccovi una mini-storia possibile:



La risposta


Mio caro, grazie, ma non voglio fare da mamma a un Narciso (ma quanto vi piacete voi maschi?). E per favore, lascia stare i muri. 



Questo è quanto...

Ad maiora!

sabato 21 aprile 2012

Ed ecco a voi... Le Minime storie!

Ed eccoci qua: alla fine, dai e dai, con qualche incertezza ed errore, sono riuscita a impaginarmi il mio primo libro (o l'unico? Chissà!) fotografico.
A quelli che mi dicevano che era facile usare la piattaforma di Blurb, beh, rispondo dipende...
Dipende dalle proprie conoscenze di grafica, innanzitutto, ma anche del computer in generale.
In tutti i modi, ce l'ho fatta e l'errore (piuttosto visibile) che ci ho lasciato dentro vale a futura memoria: mai avere fretta, tanto più se si stanno spendendo dei soldi!
Ma basta con le parole.
Cliccate su Minime storie e... sfogliatele, se vi va!




giovedì 19 aprile 2012

Bice è un alieno

Questo post mi è stato ispirato dal bipede Paolo, che giusto ieri ha espresso la seguente teoria: la nostra gatta Bice in realtà è un alieno. Come gli è venuta quest'idea? Per via delle sue bizzarre caratteristiche morfologiche.
Certe volte - ha osservato - sembra un orso, altre una grossa marmotta e altre ancora... per l'appunto un extraterrestre.
Non ne siete convinti?
Guardate anche voi uno dei video che mi ha girato:




E adesso guardate la foto di Bice poche settimane dopo essere sbarcata in questa casa:

Ma non avrà mica ragione per davvero?
Da qualunque pianeta sia sbarcata, in ogni caso, è più che benvenuta tra noi... e speriamo che ci insegni tutto sul suo mondo lontano.
Grazie, Bice, grazie alieni!
;-)

mercoledì 18 aprile 2012

Simone Beato, l'artista preciso che sogna il riscatto dell'umanità

Simone Beato è un tipo preciso: gli ho mandato il link al precedente post dedicato agli artisti di "Intanto" e subito si è accorto del clamoroso refuso meritevole di matita BLU che ho immediatamente rimosso. Di ciò lo ringrazio nuovamente, anche perché, pur essendo caotica in quasi tutti i settori della mia vita, in fatto di grammatica sono piuttosto rigorosa...
Ma veniamo all'artista, un giovane fermano di grande talento, a mio avviso (d'altra parte è nato il 20 luglio come me... solo un po' d'anni dopo!).
Prima ancora di conoscerlo, ero rimasta colpita dalla tela che ha portato al Teatro dell'Aquila, in occasione della messa in scena di "ART", una piéce di Yasmina Reza tutta incentrata su un quadro bianco. O meglio, su una tela completamente bianca acquistata da uno dei protagonisti, scatenatrice di litigi drammaticamente divertenti. Nel foyer del bellissimo teatro di Fermo, erano esposte una serie di opere di analogo colore (ma, se non vado errata, nessuna completamente priva di intervento umano), tra le quali anche una di Simone.
Dalla tela, in quel caso, emergeva un volto, distinguibile solo dall'arcata sopraccigliare e dal naso. A guardarlo meglio, se ne potevano scorgere anche i contorni, ma più rilevante era l'effetto sottilmente inquietante ottenuto dall'autore. Qualche settimana dopo, ho rivisto il quadro al mercato coperto, assieme ad altre opere del Nostro.
Oltre alla faccia evanescente, Simone aveva portato, in quell'occasione, anche un'Italia dipinta su plastica da imballaggio e una prova della stessa tecnica su un quadro di dimensioni molto più contenute, più una Gioconda "pixelata" (come suggerisce l'autore stesso), realizzata in olio su cartone telato.
La grande tela dedicata alla patria, incarnata da una bruna con le spalle tornite e il vestito tricolore, è stata più volte oggetto dei miei scatti, attratta com'ero dai chiaroscuri prodotti dalla plastica (quella che se la schiacci fa rumore!) e per via di quella mano aperta come a spingere o forse a respingere qualche altro odioso assalto.
Simone non mi sembra un ottimista, ma d'altra parte chi può esserlo di questi tempi?
E tuttavia, le sue tele, all'apparenza di ghiaccio come il colore prevalente utilizzato dai membri de "Il bianco", emanano anche un grande bisogno di riscatto.
Un sentimento del genere è a mio giudizio ancora più evidente nella sua rivisitazione della "Nike" di Samotracia, portata alla mostra sul ventennale dell'assedio a Sarajevo. Scrive infatti proprio Simone nella didascalia accanto al suo olio: "La giovane dea alata", simboleggiante nell'antica Grecia le glorie militari conquistate in guerra, "si presenta ai giorni nostri sprovvista della testa e degli arti superiori". Per quale ragione la raffigura così? Perché, continua l'artista, "in guerra non esiste vittoria".
In questo caso, tra l'altro, il bianco prevalente della statua mutilata è macchiata da rivoli di sangue che colano dal collo e dall'attaccatura delle braccia.

Ed eccovi dunque le opere di Simone, dal viso evanescente all'Italia adombrata fino alla prova dell'interessante tecnica di pittura su plastica da imballaggio:






Di seguito un piccolo scoop che spero non turbi il Nostro: Bibi Iacopini (dietro di lui Patrizia Di Ruscio, vicepresidentessa dell'associazione "Il Bianco", di cui avrò modo di tornare a parlare in seguito) solleva un lembo della sua "Italia" per mostrare alla stampa il retro del quadro, ossia quel che tutti pensavano fossero il diritto del medesimo:


Infine, eccovi la Nike macchiata del sangue delle vittime di tutte le guerre, vittima essa stessa:


La conclusione del post è però un'altra e riguarda molto da vicino l'autore delle opere sopra mostrate il quale, come vi dicevo all'inizio, è un tipo preciso:


Per apprezzarne al meglio l'espressione concentrata, cliccate sull'immagine per ingrandirla.
Lo stesso potete fare con le sue opere, anche se, ahimè, i riflessi prodotti dalla plastica che schiocca non rendono del tutto giustizia alle medesime.
A Simone, ancora grazie per l'impegno. E soprattutto: rimettiti in salute così vengo a fotografare il tuo laboratorio!
A tutti gli altri, alla prossima!

martedì 17 aprile 2012

Nino e il bagno

Non sappiamo perché, ma Nino ha una passione viscerale per il bagno: ogni volta che uno di noi si chiude nella stanza dei tesori, si piazza lì dietro la porta e aspetta. O meglio, gratta. Di più, cerca di abbassare la maniglia. Ancora più divertente è osservarlo mentre tenta di entrarvi anche quando è vuoto.
Certe volte, a bella posta, lasciamo l'uscio socchiuso per vedere come reagisce.
Sotto potete osservare quello che fa. Cliccate su ogni singola foto per ingrandirla: 









Che ne dite? Meritava o non meritava il bellissimo Nino un portfolio interamente dedicato a lui?
Ovviamente, per noi bipedi suoi coinquilini la risposta è sì.
Al prossimo capitolo della saga felina!

lunedì 16 aprile 2012

Rosella Quintini e la passione maiuscola per l'Arte

Mi spiace solo che nel ritratto sorridente di Rosella Quintini che vedrete più in basso non sia riuscita a mettere in risalto i suoi bellissimi occhi. Non sono una poetessa, quindi evito di aggiungere in proposito altre goffe parole.
Lascio invece che a parlare siano i versi ospitati su alcuni dei libri d'artista che la medesima ha portato a "Intanto" lo scorso inverno. Di che cosa si tratta?
Di pubblicazioni, del più svariato formato e supporto, che già di per sé sono un prodotto artistico. A realizzarle, gli artisti che hanno aderito al suo Gruppo attivo libro d'artista, noto con la sigla "GALA", in un'assonanza forse non casuale tra l'elegante idea partorita dall'industriosa mente di Rosella e gli oggetti-libro anima dell'associazione. Alcuni di questi, naturalmente, sono stati confezionati dalla Quintini in persona. In particolare, dev'essersi molto divertita a produrre i mini-libro di cui mi ha fatto gentilmente dono.
L'artista anconetana, però, forte della sua preparazione accademica, si è cimentata con varie tecniche. Di recente ha per esempio portato un suo olio alla mostra sul ventennale dall'assedio di Sarajevo, chiusasi giusto ieri all'ex mercato coperto di Fermo. L'opera s'intitola "La gloria degli eroi", povera cosa davvero se raffrontata alle troppe vite umane fagocitate dai conflitti di ogni tempo.
Tra i suoi temi ricorrenti, infine, il ritorno a casa, cui Rosella ha dedicato una serie di tavole, realizzate con carta riciclata, su cui ha raffigurato facciate di condomini o stanze di appartamenti come li vediamo sulle piantine di un architetto o su una mappa catastale. L'intento è mostrare il nostro bisogno di un tetto in cui sentirci al sicuro, ma anche le insidie che si celano all'ombra delle nostre pareti domestiche. Di tutto questo Rosella ha parlato in un video pubblicato su Youtube, che trovate sempre in basso.

Eccovi l'artista:


E i libri (compresi i librini realizzati da lei medesima che ho fotografato sul baule di mia nonna...) d'artista:






Ed eccovi l'olio su tela "La gloria degli eroi":


Infine eccovi di nuovo Rosella mentre mi mostra uno dei suoi "ritorni a casa" e il video realizzato dalla Biblioteca delle donne di Bologna, di cui l'artista mi aveva parlato in una piacevole conversazione telefonica di qualche settimana fa:




A Rosella ancora grazie per la sua grande energia vitale e per la sua passione per l'arte con la A maiuscola.
A voi, alla prossima!

giovedì 12 aprile 2012

Non solo siesta per i gatti di casa

Come promesso, ho cercato di scattare immagini più movimentate dei gatti di casa.
Prima, una breve premessa sulle abitudini di Nino. Tutti i giochini che insegue, a un certo punto, finiscono in acqua. Se si tratta di topini di stoffa, l'ammorbidimento ottenuto gli servirà per scuoiarli meglio. Il problema è che dopo trascina queste schifezze in giro per le stanze, causando il nostro disappunto.
Ancora più fastidiosa è la sbriciolatura delle palline di alluminio. Al mattino ritroviamo microscopiche tracce argentee, dal che capiamo in che tipo di gioco sia stata impegnato giusto al sorgere del sole.
Che Bice sia teppa, infine, non è una novità.
Eccovi alcuni esempi delle loro attività più dinamiche:






Come sempre, vi suggerisco di cliccare sulle singole foto per apprezzare al meglio le caratteristiche dei due quattrozampe.
Alle prossime!

mercoledì 11 aprile 2012

Tutti i gatti meritano di essere fotografati

Mancano solo due settimane al prossimo incontro con Daniele and co: sarà il caso che mi dia da fare con il lavoro sui gatti!
Non mi ricordo se l'ho scritto sul precedente post, ma è piuttosto probabile che alternerò le foto di Bice e Nino ai gatti incontrati per caso. Come mi ha detto poco fa una persona molto simpatica con lui lavoro ogni tanto, "ogni gatto merita di essere fotografato".
Ronzandomi analogo pensiero già da qualche giorno, credo proprio che la frase sopra citata sia giunta dal cielo come risposta al mio quesito. Di fare un lavoro strettamente autobiografico non m'importa e d'altra parte anche gli scatti agli "altri gatti" parlano molto di me e del mio modo di vedere il mondo. Quindi: procedo!
Per il momento, vi lascio però con altri scatti domestici:



La pelliccia di Nino si mimetizza assai di più di quella di Bice. E del resto la qui presente "teppa" s'impone non poco nella famiglia bipedi-felini di cui fa parte.
Il maschio,sembrerebbe, ne soffre un pochino e appena può la va a stanare, facendola sloggiare.
Quando fa freddo come nello scatto sopra (e come fa anche in questo momento!), le gerarchie non contano più.
Ogni tanto, però, impazziscono: ecco, mi piacerebbe inserirne qualcuna più dinamica.
Vedrò di mettermi all'opera!

martedì 10 aprile 2012

Paolo Bazzani e l'umanità enigmatica dei suoi manichini

Silenzioso come un gatto, Paolo Bazzani ha una personalità piuttosto stratificata.
Lo dimostrano i suoi enigmatici manichini, con cui crea installazioni mai rassicuranti.
Prima ancora di sapere chi fosse, l'ho incontrato spesso sulla via di casa mia: potenzialmente, sarebbe stato un perfetto protagonista di una delle mie "minime storie" delle origini, dato che lo vedevo spesso scendere o salire stringendo un libro in mano. Già solo per questo, insomma, mi aveva incuriosito e fatto simpatia.
Molto più tardi ho scoperto che Paolo è il nipote di Lugano Bazzani, un poeta di Porto San Giorgio scomparso qualche anno fa, apprezzato anche da Mario Luzi, di cui, effettivamente, ho avuto modo di leggere versi bellissimi. A lui l'artista avrebbe dedicato anche un lavoro, che conto di farmi mostrare.
Qui vi lascio con l'installazione tuttora visibile all'ex mercato coperto di Fermo, dedicata alle stragi compiute giusto vent'anni fa a Sarajevo:





Nell'ultima foto si legge l'impietoso giudizio di uno dei più efferati criminali di guerra della storia del Novecento sulle vittime civili, colpevoli solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
L'allestimento dedicato al ventennale dell'assedio a Sarajevo terminerà il 15 aprile prossimo (dico questo a beneficio dei lettori che abitano in zona).
Oltre all'installazione di Paolo Bazzani, sono esposti lavori di altri artisti locali (in prevalenza si tratta di quadri realizzati da un piccolo estratto dei protagonisti di "Intanto", la mostra collettiva natalizia cui sto dedicando una parte dei post di questo blog in vista di un lavoro di foto-racconto più dettagliato sugli artisti di Fermo e dintorni) nonché una ricca collezione di immagini e video sui luoghi del sanguinoso conflitto nella ex Jugoslavia.
In basso, eccovi un primo piano di Bazzani, mentre scaricava dall'auto i pezzi della sua installazione di Natale:


E qui mentre sistema i manichini al di fuori dell'ex mercato coperto: 


Quando l'ho scattata, non immaginavo che si sarebbe ingenerata così tanta confusione tra gli umani e i manichini; ma, avendolo conosciuto un pochino, presumo che la mescolanza uomo-automa non gli dispiaccia.
In attesa di risentirlo e farmi raccontare meglio come prosegue la sua vita artistica, lo ringrazio di cuore... anche per la bella maglietta ideata per "Intanto" che sto usando in palestra!

mercoledì 4 aprile 2012

Francesca Blasi, la mia apripista a "INTANTO"

Al cancello della sua bella abitazione in un vicolo di Fermo dall'affascinante nome, sono stata accolta innanzitutto da Luna, una bella cagna bianca con la faccia dolce e curiosa.
Alzando lo sguardo, ho incrociato gli occhi chiari e altrettanto affamati di novità della giovane padrona, l'artista Francesca Blasi.
Sono particolarmente lieta di dedicare a lei uno dei primi post di presentazione degli artisti di "INTANTO", perché è grazie a Francesca se ho avuto l'occasione di entrare in contatto con l'iniziativa partorita dalla laboriosa mente di Bibi Iacopini.
Francesca ha un bellissimo bimbo, Martino, nato, guarda il destino, lo stesso giorno di Vincè de Li Pacchi, il personaggio fermano noto a tutti i frequentatori della corriera per Roma, che ha posato per lei proprio quando era in sua dolce attesa.
Ai tempi del nostro incontro, la cercavo perché pensavo di inserire il frutto di quelle lunghe sedute, interrotte dall'ex portabagagli solamente quando stava per arrivare qualche corsa dalla capitale, nel mio portfolio progettato per ITAca. In seguito ho cambiato idea per il diverso spirito preso dal lavoro che ha inaugurato questo blog.
Nel nuovo contesto, invece, credo che qualche scatto dell'installazione ospitata lo scorso inverno alla mostra collettiva ci stia bene. Tutto questo per darmi il tempo di decidere come raccontare la scultrice e la sua personale visione dell'arte.
Eccovi, perciò, Francesca mentre sistema la testa di Vincè:


E sotto l'altro pezzo della scultura, il dettaglio delle mani che afferrano le valigie:


In occasione dell'allestimento natalizio, Francesca ha anche presentato alla cittadinanza il progetto di una statua in bronzo dedicata sempre al personaggio fermano.
Per realizzarla, la scultrice ha richiesto e ottenuto il patrocinio del Comune, grazie al quale ha dato vita a una sottoscrizione pubblica per il reperimento dei fondi necessari (per informazioni si può consultare il sito del dipartimento comunale alla cultura).
Al di là dell'esito di questa iniziativa, ho trovato molto interessante la dependance di casa sua, ricolma di scalpelli e altri attrezzi, che mi ha mostrato quando ci siamo conosciute.
Sì, penso che la chiave giusta per valorizzarla sia proprio vederla all'opera, come mi suggerisce la foto che mi ha inviato Francesca stessa:


Chissà che cosa stava scolpendo. Glielo chiederò!