sabato 21 dicembre 2013

Da INTANTO a ELP DESIGN, che grafica di classe!

A distanza di una settimana dall'apertura di INTANTO, il mercato coperto degli artisti di Fermo, ho ricevuto una graditissima sorpresa da parte della mia coinquilina di allestimento, nonché valente grafica.
Sto parlando naturalmente di Maria Loreta Pagnani, scesa appositamente, lo scorso sabato, nelle Marche basse (o sporche, mi pare che si dica) per partecipare alla collettiva natalizia che ormai fa parte anche della sua storia personale e artistica.

Oltre che inconsapevolmente felina (è merito suo se Che gatti è diventato un libro di raffinata fattura), la nostra eroina nativa di Sassoferrato ma cresciuta ad Arcevia e oggi residente a Ostra Vetere, è pure molto precisa e organizzata.
Guardate infatti l'homepage di Elp design, il suo studio grafico, e mi darete ragione.
Ma stavo parlando di una sua sorpresa, già.
Cliccate dal suo sito su INTANTO e capirete  meglio... qui mi limito solo a osservare che il Bipede Paolo è molto fotogenico!

Poi guardate sotto gli altri scatti:



In fondo, dietro questa tizia con il cappello rosso e la borsa pendant (ma chi sarà mai?), potete vedere il nostro spazio, profilato del colore natalizio per eccellenza.
Ovviamente, l'idea di ornarlo così è stata sua, ma io, orgogliosamente, rivendico di essere l'autrice dell'acquisto del rotolo di ben 100 metri di nastro che ho scovato in una cartoleria di Porto San Giorgio, dopo una mattinata ansiogena alla ricerca della cancelleria mancante per tenere su le nostre venti scatole.

E insomma, che altro posso dire?
Grazie per averci reso doppiamente modelli (nella precedente versione del suo sito c'ero io vicino al pesce di stoffa che Maria Loreta ha esposto ad Ancona in una mostra davvero carina dedicata alla creatura con le branchie che popola, si spera ancora a lungo, il nostro mare-lago).

Infine un'ultima battuta.
Se potete, venite a vedere il nostro allestimento: freddo a parte, ve lo garantisco, fa la sua bella figura.
:-)
Buon Natale... e ad maiora!

venerdì 20 dicembre 2013

#INTANTO e il Segreto del tempo... in venti scatole!!

E finalmente eccovi la prima, breve, cronaca su INTANTO 2013-14, la mostra collettiva degli artisti di Fermo, che ha aperto i battenti lo scorso 14 dicembre, con un'affollata inaugurazione.

Sono stata davvero contenta di rivedere un po' delle belle persone che ho imparato a conoscere anno dopo anno nel freddissimo ex mercato coperto cittadino. Soprattutto, sono stata assai felice di coinvolgere la mia amica Maria Loreta Pagnani, con la quale abbiamo condiviso un box... pieno di scatole!
Con queste ultime abbiamo incorniciato le nostre fotografie, dieci a testa, rigorosamente ripartite sulle due pareti lunghe dello spazio riservatoci dall'organizzatore, Bibi Iacopini.

Qualunque sia l'effetto prodotto sul pubblico, posso garantirvi che per noi è stato stimolante mettere insieme le nostre personalità, diverse ma affini.
L'oggetto dell'allestimento è il tempo e quel che rappresenta nelle nostre vite.
Per declinarlo in immagini, ci siamo lasciate suggestionare dalle parole che riporto in fondo, ciascuna secondo la propria sensibilità.

Prima di lasciarvi al testo, voglio però mostrarvi qualche scatto dello spazio, a partire dalla panoramica:




 
Per passare poi alle foto di Maria Loreta:



 
 



 
 
 


 
 
 


 
 
Alle mie:
 
 

 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 




Infine, come promesso, eccovi il testo attorno al quale abbiamo costruito il nostro allestimento:



Il segreto del tempo
 
Scansare le rogne.
Fare scongiuri.
Sorridere alle beffe.
Accettare il destino.
Usare il cuore.
Immaginare.
L'altrove.
Che c'è,
da qualche parte.
Fino alla fine.
Che fine non è.
Forse
 
 
 
 Non so se si capisce, e in fondo non è necessario soffermarsi sul senso letterale dello scritto; in tutti i casi, personalmente sono molto soddisfatta del risultato ottenuto, ossia dell'impronta materiale e spirituale che siamo state capaci di lasciare nel mezzo del cammin di nostra vita.
A Maria Loreta tutta la mia gratitudine.
A voi che andrete a vedere il nostro allestimento, il mio più sentito grazie.
 
Vi lascio con il video-promozionale di Intanto, che resterà aperto (salvo proroga fino al prossimo 6 gennaio). Buona visita e soprattutto Buone Feste!! 






 
 
E... ad maiora! Ah già. :-)

martedì 10 dicembre 2013

Intanto... si riallestisce all'ex mercato coperto di Fermo!

E intanto... ritorna Intanto, la mostra collettiva natalizia che si tiene ormai da quattro anni all'ex mercato coperto di Fermo.
L'inaugurazione è prevista questo sabato, 14 dicembre, alle 17.30, ma se avete voglia di conoscere il nutrito gruppo di eroici amanti della creatività (pittori, scultori e fotografi in massima parte, ma non solo loro), basterà che facciate un salto in uno dei luoghi più freddi e umidi che abbia mai conosciuto da questo giovedì al mattino dell'apertura.

In barba al gelo, sarete così scaldati dal grande lavorìo di martelli, chiodi, scotch, funi, scale e via discorrendo, nel quale saranno impegnati i partecipanti durante l'allestimento del proprio spazio.

Ed è un onore per me esserci di nuovo, stavolta insieme con Maria Loreta Pagnani, la graphic designer che avete imparato a conoscere sul mio blog.
Sarà solo grazie a lei, lo dico da subito per mettere le mani avanti, se il nostro spazio prendere una forma ordinata. Lasciata a se stessa, infatti, la mia natura casinista non potrebbe che venire fuori in tutta la sua potenza.

La mostra resterà aperta fino al prossimo 6 gennaio.
Per ulteriori informazioni, però, conviene che passiate di là e parliate con Bibi Iacopini, l'anima della manifestazione insieme con Patrizia Di Ruscio dell'Associazione Il Bianco.
Vi aspettiamo!



giovedì 5 dicembre 2013

Che gatti alla Biblioteca Antonelliana di Senigallia: un doveroso ritorno alle origini!

Il gran giorno è quasi arrivato: domani, alle 17.30, vi aspetto, dal vivo e spiritualmente a Senigallia, nella bella Biblioteca comunale Antonelliana, teatro del primo editing di Che gatti.
E già, perché nell'evento che ho creato su Facebook, ho dimenticato di ricordare come mai abbia scelto proprio quella sede come prima tappa mi auguro di una lunga serie di presentazioni (oddio: non troppo lunga, altrimenti il fisico non mi regge!).

Non credo che potrò mai dimenticare quel pomeriggio d'estate, passato nello spazio emeroteca della struttura comunale nata a ridosso dello splendido Foro Annonario, un luogo che ho potuto apprezzare in tutta la sua bellezza durante il Festival del Self Publishing dello scorso ottobre.

Sedute a una delle scrivanie destinate alle lettura dei giornali che la biblioteca mette a disposizione degli utenti, Maria Loreta Pagnani tentava (in verità non con troppa difficoltà) di convincermi a ridurre il numero delle foto da pubblicare nel nostro libro.

E così, ora dopo ora, mese dopo mese, siamo arrivate alla versione digitale e poi tipografica della storia per immagini e parole che sto per presentare domani.
Ad accompagnarmi in questa "prima", ci sarà Camillo Nardini, il presidente dell'Associazione culturale Sena Nova, che per il momento ho conosciuto solo via Facebook e via telefono.
Sono proprio curiosa di incontrarlo di persona.

E in definitiva cercherò di tenere a bada l'emozione: voi, però, abbiate comprensione se la mia eloquenza non sarà perfetta... In fondo, i protagonisti di questa avventura per foto e parole sono i nostri mici, che ormai considero anche un po' vostri.

Sotto, la locandina dell'evento di domani, ovviamente realizzata dalla talentuosa e felina (nonostante il suo cane Charlie, che è un vero spettacolo) Maria Loreta:

 
 
Grazie a tutti e... ad maiora!

domenica 24 novembre 2013

Mario Dondero, Tullio Pericoli in mostra a Fermo

Mario Dondero, Tullio Pericoli è la seconda delle tre mostre fotografico/letterarie/disegnate organizzate sotto lo spazioso ombrello del Premio Volponi edizione decima (la terza che non ho ancora visto inaugurava oggi ad Altidona, nella Galleria sotto l'Arco ed è dedicata ai fotografi marchigiani che hanno immortalato le passate nove edizioni del premio. Resterà aperta fino al prossimo 1° dicembre, tutti i giorni dalle 18 alle 21. Vedrò di andarci).

In questo caso, si è deciso di accostare i ritratti disegnati del grande maestro originario di Colli del Tronto (ma da anni residente a Milano) a quelli fotografati dell'immenso (so che l'aggettivo è abusato, ma non mi viene niente di più originale) fotoreporter genovese-milanese.

La mostra è stata allestita a Fermo, nella Sala degli Stemmi del Palazzo dei Ritratti (in piazza del Popolo) fino al prossimo 6 gennaio, dal martedì al venerdì, al mattino dalle 10.30 alle 13 e il pomeriggio, dalle 15.30 alle 18, mentre sabato e domenica l'orario resta lo stesso di mattina, mentre di pomeriggio si allunga di un'altra ora.  Il lunedì è chiuso tranne in quelli del periodo natalizio.

Sotto riporto qualche scatto rubato con il mio cellulare, compreso quello fatto a Mario e Laura (non me ne voglia quest'ultima, ma lo pubblico solo per affetto):






 









Ho scelto solo queste immagini (ma penso di averne scattate solo poche altre) per varie ragioni.
Nella prima si vede Paolo Volponi disegnato da Tullio Pericoli, autore anche della china che è stata scelta per il manifesto della decima edizione dell'omonimo premio letterario.
Proprio Pericoli chiude la mia imperfetta galleria, nel ritratto che gli ha dedicato Mario a inizio anni Settanta.
Per il resto, Pasolini a gogo, anche in un bellissimo ritratto fotografico. E poi Elsa Morante, vista da entrambi.
La luce in sala non è eccezionale, ma la mostra merita davvero.
Il resto sta a voi.
Io, forse, ci tornerò.

ITACA alla Mole Vanvitelliana: il viaggio continua

Luogo: Ancona, Mole Vanvitelliana.
Oggetto: ITAca-Storie d'Italia.
Chi: Matteo Fulimeni e Giovanni Marrozzini approdano con il loro viaggio di immagini e parole nello spazio espositivo del capoluogo regionale delle Marche, a due passi dal porto.
Perché: presentata l'anno scorso a Bibbiena (Ar) nel Centro italiano della fotografia d'autore, la mostra approda nella regione che ha dato i natali a entrambi i protagonisti in occasione del decimo premio Paolo Volponi dedicato alla letteratura e all'impegno civile.
Come e quando: la mostra resterà aperta fino al prossimo 26 gennaio e sarà visitabile dal giovedì alla domenica dalle 17 alle 20 (al mattino su prenotazione). L'ingresso non è libero (come pensavo), bensì a pagamento: cinque euro il biglietto intero, tre euro quello ridotto.

Le cinque doppie W della tradizione giornalistica (più l'how) sono state rispettate, ma prima di chiudere queste poche righe, permettetemi di aggiungere che l'allestimento è davvero eccezionale, favorito da un contesto architettonico altrettanto unico.
Grazie ai due traghettatori di emozioni e all'energia che circolava anche tra i molti visitatori accorsi da tutta Italia per l'inaugurazione.
Chiudo questo piccolo post con un dettaglio della foto-simbolo di Giovanni a Maria Antonietta Biagelli:




Il resto andate a vederlo di persona, non dimenticando di leggere TUTTI i pannelli con i brani scritti da Matteo, che non è solo bello (come ha sottolineato, forse con una punta d'invidia, Giovanni ieri), ma anche bravo. E molto.
Ad maiora.
Of course.

martedì 19 novembre 2013

Dedicato a Doris Lessing (e non solo a lei), speciale come i suoi amati gatti

Impossibile non conoscere Doris Lessing almeno di nome. Però devo essere sincera: prima di Gatti molto speciali non avevo ancora mai avuto la curiosità di aprire un suo libro. Ho intenzione di recuperare presto il tempo perduto, soprattutto perché finalmente adesso potrei leggerla direttamente in inglese. La quasi certezza di riuscire a comprenderla nella sua lingua ce l'ho, peraltro, solo da ieri, quando mi sono decisa ad aprire Hateship, friendship, courtship, loveship, marriage di Alice Munro, la magnifica scrittrice canadese da poco insignita dello stesso premio attribuito alla Lessing nel 2007.
Se ho rimandato fino ad ora la lettura delle opere di Doris, è forse perché, inconsciamente, mi pareva già di conoscerla. La scoperta mi ha colta solo oggi, per la precisione giusto qualche ora fa, quando ho pensato a qualche riga di omaggio a una delle importanti fonti letterarie del mio piccolo Che gatti.
Doris somiglia in maniera straordinaria a mia nonna, stessa età, stesso anno della morte.
Nel ricordo radiofonico di Laura Lilli, la giornalista de La Repubblica che l'ha conosciuta molti anni fa, la grande scrittrice nata in Iran e cresciuta in Zimbawe negli anni in cui la Gran Bretagna era ancora un impero, Doris appare stravagante e appuntita. E insieme molto libera. Doveva essere davvero un grande personaggio. Come mia nonna, che non ha studiato né, credo, abbia mai letto o scritto nulla nella sua vita, ma era dotata di una verve veramente straordinaria. Alcune sue battute mi rimarranno impresse per sempre nella memoria. Anche quelle rivolte a me, tra l'altro, non tutte accolte con la nonchalance che sto mostrando adesso. Di mia nonna ho anche varie foto, ma preferirei non mostrarle adesso.
Mi limito a ritrovarla nello sguardo vispo di Doris e in quel nasino un po' all'insù che conferisce anche a me un'aria non troppo mediterranea.
Pubblico, invece, uno scatto fatto con il mio cellulare, giusto per celebrare quel poco della sua produzione letteraria che conosco:

 

Le storie raccolte in questo libro, pubblicato in quella edizione negli anni Ottanta (appartiene a mia sorella: l'ho ripescato nella libreria di famiglia, piena di notevoli gioielli che meriterebbero di essere riaperti, prima o poi), parlano anche di gatti uccisi (interessantissimo l'approfondimento del Corriere.it  ) e di gatti non troppo felici. A conquistarmi è stato proprio il tono naturale, schietto e sincero dei suoi ricordi, come dovrebbe essere sempre quando si ama sul serio qualcuno o qualcosa.
E Doris ha amato molto i felini, senza farsene schiavizzare, senza snaturarli. Almeno non troppo.
Anche perché, da quel che ho capito, era così anti-convenzionale che non avrebbe mai accettato di diventare una testimonial animalista, nel senso più fanatico del termine.
E insomma, meno male che ti ho almeno incrociata.
Pian piano andrò alla scoperta del resto (e che resto) delle tue opere.
Dovunque tu sia ora, dovunque voi siate, tu e mia nonna, anzi, grazie.

lunedì 11 novembre 2013

PepeLab, #comedicosono e #Chegatti: una questione di karma!

Ci sono quelli che credono al karma e comincio a pensare che abbiano ragione.
Diversamente, non saprei spiegare come ci sono finita in lettera/101, il libricino celeste profilato di bianco stampato da Toni di Grigio, un'agenzia di comunicazione marchigiana, che ha dato vita al laboratorio creativo PepeLab, a sua volta organizzatore del workshop Professione creatività 2 (#PC2, in gergo twitteriano) al quale ho preso parte lo scorso giovedì ad Ancona.
Sembra uno scioglilingua malscritto, ma così stanno le cose, anzi la vita. Un cerchio nell'altro.
La mia gatta è grigia. Per la precisione ha tutti i "toni di grigio" illustrati dall'agenzia dispensatrice di tanta professionalità creativa. Di PepeLab, sottotitolo "sapore alle idee", sono venuta a sapere a Senigallia, durante il festival internazionale del Self Publishing (detto #ISPF2013, in gergo twitteriano/2). Il loro stand era a pochi banchi da quello di Elp design, la cui titolare, Maria Loreta Pagnani, ormai è noto, è la grafica del mio libro, da quest'ultima trasformato in #chegatti (e tre!).
E insomma, ho partecipato al giochino #comedicosono proposto dai pepati marchigiani con la frase, che bisognava scrivere obbligatoriamente a macchina, e il disegnuccio che riporto sotto in fotografia.
Mancavano le chele di cui parlo nella frase, ma credo che non avrei vinto comunque: i due prescelti hanno dato prova di una maggiore creatività, bisogna dirlo per amore di fair play.
I pepati, però, furbamente, mi hanno mandato l'invito ai workshop e al pomeriggio con i blogger "di successo" e devo ammettere che hanno fatto proprio bene.
A che cerchio sto adesso? E chi lo sa.
Intanto beccatevi la foto appena appena costruita:


La frase non si legge?
Ve la riscrivo. Ehm... "vi guido e vi proteggo felinamente, ma occhio alle chele".
Manca giusto la chiosa finale.
Silvia Seracini, l'organizzatrice di Storie da Biblioteca, il concorso di scrittura e fotografia da me molto amato, ha giustamente notato che la mia frase è stata la 101esima, lo stesso numero reso tanto famoso dal cartoon Disney incentrato sui dalmata... dai gatti ai cani, insomma!
E poi non venitemi a dire che il karma non c'entra.

mercoledì 30 ottobre 2013

Che gatti su Agorà di Cult: grazie a Silvano Bicocchi!

Meno male che ogni tanto controllo i post pubblicati dagli altri. E poi dicono che i blogger sono autoreferenziali... Sia come sia, non mi resta che ringraziare Silvano Bicocchi e il blog Agorà di Cult che cura per la Federazione italiana associazioni fotografiche, nonché mio prezioso tutor di Minime Storie, per il post su... di me! E soprattutto sul mio libro Che gatti.
Che altro aggiungere? Spero di intercettare nuovi curiosi in un mondo che continuo a osservare da una certa distanza. Come forse ho già scritto (ma sicuro!!), non mi ritengo una fotografa, ma una persona che utilizza anche la fotografia per raccontare qualcosa. Mi preme, insomma, il fine più del mezzo. Anche se, lo ammetto, senza scattare almeno qualche click proprio non ci so stare. Sotto un paio degli ultimi, con il telefonino-cordone ombelicale:

 

Grazie al Bipede e ai nostri preziosi compagni di vita. E, naturalmente, ad maiora!

martedì 29 ottobre 2013

Benvenuti a Elp Design, lo studio creativo... al femminile!

Prima di "dire arrivederci al 2014" al Festival del Self Publishing di Senigallia, volevo pubblicare giusto qualche altro scatto, stavolta preso con il mio non troppo tecnologico smartphone, allo studio nel quale è nato il mio libro.
Sto parlando di Elp Design di Maria Loreta Pagnani, messo su più o meno in contemporanea con il progetto Che gatti.
Solo da poco, infatti, sul portone di via Arsilli 37, è comparsa la targhetta trasparente e colorata con il logo ideato dalla mente (e mano!) felice della grafica arceviana-sassoferratese.
Ho apprezzato davvero molto, peraltro, il modo in cui la medesima aveva addobbato l'ingresso, in vista dell'importante evento senigalliese.
Mi ha anzi proprio sorpreso con la sua locandina gigante (io ne avevo stampate di così piccine l'estate scorsa) sovrastata dal logo #ISPF2013. Si vede proprio che ha studiato!
Ma stop alle ciance: sotto seguono le mie foto un tantino fluorescenti.
L'ultima è stata scattata durante l'allestimento fortuito e fortunato del nostro congiunto banchetto al Foro Annonario: a destra, in nero, il logo che la mia amica porta sempre con sé, un po' come il nanetto giramondo di Amelie.
Nel terzo scatto, invece, si intravede anche Romina Vesprini, l'amica ritrovata da Maria Loreta proprio nel fine settimana più esaltante del 2013... lietissima di aver conosciuto anche lei.
W le donne e la creatività :-)





a.m.!! ;-)

giovedì 24 ottobre 2013

#ISPF2013 + Library, a place for people: il mio video!

Rullo di tamburi, ruggito della Mgm, squillo di tromba... giusto per fare un po' di scena.
Poi, se volete, date un'occhiata ai luoghi del Festival Internazionale del Self Publishing di Senigallia (#ISPF2013: fa più fico scriverlo, anche se non si capisce che roba è) e all'attigua Biblioteca Antonelliana. Ho avuto occasione di fotografare gli uni e l'altra grazie all'edizione speciale di Storie da Biblioteca, sponsorizzato da Narcissus, l'e-editore che sta dietro a Simplicissimus, la più grande piattaforma di libri elettronici d'Italia.
Sono ancora elettrizzata dall'evento, non so se si capisce. Già solo per questa piacevole onda lunga, la mia gratitudine sarà eterna.
Ora parola (sguardo!) alle immagini (e alla musica del Bipede):



lunedì 21 ottobre 2013

Cronache dall'#ISPF2013: alla scoperta di Che gatti... in bicicletta!

Arturo, Toby, Guendalina, William e Charlie: sono solo alcuni dei gatti e dei cani che allietano la vita dei loro compagni a due zampe incontrati a Senigallia durante il primo Festival internazionale del Selfpublishing, twitteristicamente noto come #ISPF2013.
Di altri ricordo solo i musetti irresistibili e qualche zampa multi-striata: quasi tutte le persone che si avvicinano per guardare il mio libro (mi è successo lo stesso anche a Fermo, la scorsa estate), a un certo punto mi mostrano il "loro" quattrozampe direttamente dal cellulare.
In certi casi, tirano fuori il telefono prima ancora di sfogliarlo. Quasi tutti, poi, si lasciano andare agli aneddoti, qualcuno confessa di essere ancora in lutto, qualcuno mi parla di legami indissolubili, qualcun altro delle spese (tutte assolutamente dovute) per crocchette, giochini e lettiere e qualcun altro di teppismi vari (tutti assolutamente perdonati).
Il popolo dei gattari e canari, insomma, è nutrito e vario, ma al contempo accomunato da una dolcezza più o meno manifesta che ti alleggerisce lo spirito.
Grazie, veramente, a tutte le persone che mi hanno dedicato il loro tempo e anche a quelle che mi hanno lanciato anche solo un sorriso.
Per darvi un'idea del mio stato d'animo, osservate la foto sotto:


Fermate un attimo gli occhi sul ciclista in nero: chi avrebbe mai detto che la tenuta da due ruote potesse essere utile anche al trasporto di Che gatti? Sopra il ciclista in rosso, un pezzetto del logo di Elp Design, lo studio grafico della mia amica e compagna di avventura, Maria Loreta Pagnani, sullo sfondo, giusto dietro i simpatici sportivi.
W Senigallia e il gruppo di Narcissus!
:-)

giovedì 17 ottobre 2013

Sul Selfpublishing e sul libro come opera collettiva

Detto da una persona che si è appena autoprodotta un libro, può sembrare alquanto strano. E invece, a legger bene, ho fatto esattamente come ha suggerito Michele Smargiassi sul suo blog Fotocrazia, per cui, sì, ora che ho letto il suo post che mi faceva tremare solo al titolo (Io ballo da solo), posso dirlo: ho utilizzato il workshop e i suggerimenti di Daniele Cinciripini e di Maria Loreta Pagnani in particolare (in seconda battuta anche quelli di Demetrio Mancini, che però non se l'è sentita di darmi una mano a far diventare il mio Che gatti un vero e proprio libro), per dare vita a una specie di film, fatto cioè di tanti coautori.
Se penso alla quantità di foto che avevo selezionato all'inizio del mio viaggio pre-editoriale, per esempio, comprendo quanto dice il giornalista de La Repubblica a proposito dei fotografi editori di se stessi. Sono assolutamente convinta del fatto che non possiamo saper fare tutto.
Io, per dire, di grafica non so quasi nulla, se non quello che ho imparato frequentando le redazioni e leggendo libri e giornali. Posso invece sentirmi sicura (mai del tutto: chi lo è in genere non ha molto da dare) di quello che scrivo e delle idee che passano sotto le mie dita, soprattutto quando scrivo e anche (molto meno: non sono una fotografa professionista) quando scatto.
Perciò bando alle chiacchiere e alle insicurezze: come già scritto nel precedente post, domenica mattina presenterò il mio libro durante il Festival del Selfpublishing di Senigallia e osserverò (lo spero proprio: altrimenti farò un monologo in solitaria, come i poeti di strada di Londra!) le reazioni di chi verrà ad ascoltarmi.
Resto infatti dell'idea che un lavoro nel quale abbiamo creduto (e non poco) vada comunque condiviso. E poi lo scrive anche Smargiassi: a volte l'autoproduzione permette di mettersi una buona volta in gioco, in barba ai frustranti "le faremo sapere" collezionati anche dai talenti eccezionali (e giuro: non sto parlando di me).
Giusto a inizio ottobre, tra l'altro, ho partecipato al workshop di Christian Caujolle sul mestiere del photoeditor, durante il Festival di Internazionale a Ferrara: l'ho scelto più che altro per la curiosità di sentir parlare uno dei più importanti professionisti del settore. Manco a farlo apposta, il critico francese ha citato la stessa fotografa di cui parla Smargiassi, ossia Cristina De Middel, autrice che si è fatta strada con l'autoproduzione, oggi stra-pagata grazie alle vendite via Amazon.
Insomma: non esiste un'unica via per chi abbia voglia, urgenza o semplice brama onanistica (rubo l'aggettivo usato dal giornalista nel suo post) di vedersi stampato.
Resta però vera la distinzione tra un prodotto destinato a circolare tra pochi intimi e un altro rivolto a un pubblico un pochino più ampio. Come e chi decide se qualcosa sia realizzato per il primo o per il secondo scopo non è sempre frutto di una precisa scelta dell'autore. Ci sono persone bravissime che non comprendono il valore di quello che fanno e altre così così che si buttano e magari hanno anche fortuna.
Venendo alla sottoscritta, ho voluto esplorare una nuova strada, tutto qua.
Indipendentemente da come andrà a finire, sono contenta di averlo fatto.
Perciò... ad maiora!
:-)

lunedì 14 ottobre 2013

Che... quarto d'ora di gloria all'International SelfPublishing di Senigallia!

Ed eccoci quasi arrivati al debutto ufficiale... Oddio, di debutti, ormai, Che gatti ne ha fatti parecchi, qui sul blog, sulla pagina Facebook, al mercatino estivo di Fermo. Eppure... eppure non ho ancora organizzato una presentazione vera del mio libro in una sede appropriata, ossia tra altri libri e soprattutto tra altri autori.
Lo farò domenica mattina, alle 11.30, allo spazio Pickwick dell' International Selfpublishing Festival, organizzato per la prima volta (almeno così dicono fonti accreditate) in Italia a Senigallia, sabato 19 e domenica 20 ottobre. Ossia tra meno di una settimana!
So di questa iniziativa da molto tempo, ma fino a pochi giorni fa non avevo idea né di come si sarebbe articolata né che avrei avuto l'opportunità di parlare del mio libro in un quarto d'ora.
Adesso mi devo ingegnare a imbastire qualche frase attraente per il mio potenziale pubblico.
Ho voglia di farlo, eh, è solo che sto cercando di farmi venire qualche luminosa idea per risultare abbastanza convincente.
E insomma, sono in ballo e devo per forza ballare!
Ad maiora, of course.
Sotto una foto della copertina scattata di recente dal bipede Paolo:


Che tipi questi gatti! Lunga vita a tutti i nostri piccoli amici. :-)

giovedì 26 settembre 2013

My booktrailer in English... thank you to my English teachers!

My last post was so old, but life is always so complicated and it's not useful to think of my delays anymore. My italian friends are perhaps wondering why I'm writing in English. Well, here is the reason: I would like to thank my young English teachers for their very precious support. Without their help, it's a fact, I couldn't translate my little book in an appropriate way. Every not-mother tongue fellow knows it: a good translation is not only a question of right words, but it's a mixture of words, idiomatic expressions, phrasal verbs and so on. For an intermediate level like I am, it's definitely a very hard work.
So, I'm very glad to thank above all Adi, hoping to talk with her on tuesday to go on with the "main" book. But I desire to express my evaluation (stima? is it right, Jason?) for Jason and his exciting projetcs for the future. At last I say "thank you" to Michael, too, because of his very fast and intelligent work on my booktrailer.
Let me link it again with "our translation" below. When Adi's work and mine is ended, I'll be the happiest woman in the world, because of these interesting lessons with young people so far from me.
See you soon, dears :-)
Have nice days.




How can a friendship be born?

How can the love for the most elegant, four-legged creations in the world be cultivated?

To discover these different ways, open the book and be amazed.

... and smile a little too.
Chapter after chapter
you can enter the enchanted world of my cats.

Unique as all cats are.
Among the few beings graced with life, they are capable of changing yours
 for the better.
Seeing is believing.
Music composed by two-legged Paolo.
Many thanks to my feline-like project designer, Maria Loreta Pagnani

 
That's all, for the moment.
 
Ad maiora to all (it's latin, not English!)

sabato 31 agosto 2013

Omaggio a Che gatti... disegnato!

Giusto a fine estate, ricevo una sorpresa graditissima.
Riassumo i fatti.
Il mio carissimo amico Paolo Ferrario ha comprato a inizio estate cinque copie di Che gatti, con l'idea di farne dono a chi fosse venuto a trovarlo nella sua bella casa sul lago di Como.
Tra i destinatari c'era anche Terry, una ragazzina figlia di amici.
E Terry ha voluto ricompensarli del regalo con un gesto bellissimo.
Si tratta di un disegno, che nella sua perfezione coglie, meglio di qualsiasi fotografia, la vera essenza della gatta grigia. Eccovelo qui sotto:


Bellissimo, vero? Anche per chi non conosce ancora (colmate subito la lacuna acquistando il mio libro, forza!) la mini-teppa gatta grigia, lo sguardo allucinato e il mento appuntito così ben riprodotti dalla giovanissima disegnatrice potranno aiutarvi a capire che razza di carattere abbia.
Prima, per dire, guardava intensamente la lavatrice in moto, quasi volesse coglierne la segreta meccanica.
Non si può dire che sia una bella gatta, in definitiva, ma la sua personalità, che passa soprattutto da questi occhi quasi mai quieti, la rende incredibilmente affascinante. E buffa.
Non mi resta che ringraziare ancora una volta la piccola autrice per l'omaggio alla mini-teppa e il mio amico Paolo per tutto.
A tutti noi ad maiora (detto più che mai appropriato in questo periodo dell'anno).

lunedì 15 luglio 2013

Il booktrailer di Che gatti sulla scheda di Ibs: che sorpresa!

Lo dico piano e senza enfasi, ma i segnali sulla buona riuscita di Che gatti ci sono tutti.
La settimana si è infatti aperta con due, inaspettatissime, sorprese: l'avviso da parte di Ibs di un nuovo ordine e la presenza sulla scheda del libro dello stesso Internet bookshop di Assago del booktrailer!
Chissà da quando è online, visto che avevo provveduto a inviarlo alla collega del mio amico Massimiliano, l'artefice del mio lancio (ancora molto pionieristico!) nel mondo dell'editoria libraria, già qualche giorno fa. Accorgermene oggi, in ogni caso, è stato fonte di grande rinvigorimento.
Oltretutto, a darmi una mano nella distribuzione (e vendita!) adesso ci si è messa anche mia madre, la destinataria principale del mio omaggio ai felini che ho imparato a conoscere proprio grazie a lei (e alla sua pazienza: come racconto nel libro, è stata mia sorella a portare prima la gatta Alice e poi l'amatissimo Sancio nella nostra casa d'origine).
In generale, sono soddisfatta dell'impatto che il libro sta avendo sui visitatori del mercatino di Fermo, naturalmente tra quelli che si fermano al mio banchetto. Trovo molto rassicurante cogliere nei loro sguardi un lieve sorriso, a volte velato da malinconia, se per caso è riaffiorato in loro il ricordo del loro micio non più in vita; altre volte, invece, la voglia di condividere la celebrazione di questi straordinari piccoli amici è talmente impellente che mi allungano il loro cellulare per mostrarmi la o le proprie creature. E accidenti che gatti mi hanno mostrato! Una ragazza, in più, mi ha fatto conoscere anche il muso del suo cavallo.
Insomma, almeno nel contatto diretto, il messaggio che lancio con il mio libro è chiaro. Ed è davvero una bella sensazione rendersene conto.
Grazie a tutti.
Vi lascio con il marroncino e il suo sguardo sognante (scatto dal cellulare, eh):


A.m.!!!

giovedì 11 luglio 2013

Che... backstage! Le origini di "Che gatti"

Tra poco più di due ore, mi ritrasformo in ambulante. Non nascondo che un pochino d'ansia è ancora latente in me, soprattutto perché so già che passerò varie ore da sola (il Bipede può raggiungermi solo per ora di cena: la settimana scorsa avevo letteralmente i crampi allo stomaco, stavolta mi porto pure un pacchetto di crackers, oltre all'immancabile banana!), sperando che nel frattempo qualcuno si fermi almeno a scambiare due chiacchiere.
Vi dirò, peraltro, che il primo impatto con il pubblico è stato più che positivo, ma il carattere della sottoscritta, né più né meno di quanto succeda ai protagonisti felini del mio libro, di certo non cambia.
Esattamente come la volta scorsa, farò scorrere in loop il booktrailer, ma, per non farmelo venire a noia (ormai lo stra-conosco a memoria!), ho deciso di montarne un altro video con il cosiddetto backstage, ossia una piccola parte degli altri scatti ai mici, alcuni dei quali erano presenti anche nella prima versione del libro. Altri, invece, stavano bene in questo contesto, in cui ho cercato di mostrare come è nata la struttura del mio lavoro, priva (ovviamente) delle parti scritte che potrà invece leggere chi lo acquisterà.
I brani che lo accompagnano sono ancora una volta di Paolo, il bipede artefice del ritorno nella mia vita dei piccoli amici scoperti durante l'adolescenza.
Il primo si chiama "Catturati", titolo che va riferito allo stato d'animo nel quale ci troviamo il medesimo Bipede ed io nei confronti dei nostri quattrozampe.
Il secondo porta il titolo di "Fumetti" e, non so quanto consapevolmente, rispecchia alla perfezione lo spirito di "Che gatti", che ho per l'appunto concepito come un foto-fumetto, un escamotage che mi sono del tutto inventata, ma che a mio avviso si adattava a meraviglia alla natura dei felini che ci vivono accanto. Del resto, persino Charles Schultz si è ispirato al suo vero cane per creare il personaggio di Snoopy. E non è affatto un caso che nella bio-bibliografia che ho inserito alla fine di "Che gatti" abbia citato anche i Peanuts tra le letture che me l'hanno ispirato.
Detto ciò, eccovi il video sul backstage:



Che ne dite?
Comunque vada, ad maiora.
E qualcuno degli amici mi venga a trovare al mercatino!

mercoledì 3 luglio 2013

Che... locandina al petshop Regno Animale di Porto San Giorgio

Regno Animale è il petshop di Porto San Giorgio in cui il Bipede Paolo ed io andiamo spesso a procacciarci i cibi per i nostri gattucci viziati. Addirittura, nel mio libro ho inserito una foto con i patè accatastati l'uno sull'altro comprati proprio lì (quand'erano kitten, ossia gattini, poi, eravamo letteralmente impazziti). E così, visto che ho deciso di partecipare al mercatino di Fermo del giovedì, per le prossime quattro settimane, ho proposto al negoziante (Carlo Nardoni, un ragazzo molto simpatico) di darmi i suoi volantini in maniera da poterli piazzare sul banchetto accanto ai miei libri. In cambio, lui ha appiccicato la locandina di Che gatti sulla sua vetrina. Si tratta, insomma, di uno scambio equo e solidale! Domani ricambierò il favore con altrettanti scatti :-)
Incrociate con me le dita!

Sotto la foto della locandina nella vetrina del petshop della convenienza:



Ad maiora!

venerdì 28 giugno 2013

Che gatti in vendita su Ibs!!

E' ufficiale: Che gatti è in vendita anche su Ibs!
Del miracolo tecnologico (sono MOLTO antica) devo ringraziare il mio amico che lavora nel grande portale di commercio librario a distanza, che già da vari mesi mi aveva spiegato tutta la procedura, dall'acquisizione dei codici Isbn allo sconto sulle singole copie. E certo: sarebbe stato più economico buttarsi subito sul libro elettronico, ma a mio modesto (modestissimo) avviso, un libro come il mio meritava di vivere innanzitutto sulla carta. Poi sì, stavo già pensando di realizzarne una versione digitale, per arrivare alle fette di mercato più moderne di quanto non sia io.
Un passo alla volta, comunque.
Intanto, i prossimi quattro giovedì di luglio porterò il libro in tour al mercatino di Fermo. Ebbene sì: proprio quel mercatino finito anche in uno dei ritratti di Minime Storie, il lavoro che ho presentato al progetto Itaca, che ha dato il via al mio ritorno (sempre un po' laterale, com'è mio stile) alla fotografia... corredata di parole.
E insomma: l'avventura continua!
Vi lascio con gli indirizzi delle librerie in cui ho (abbiamo: Maria Loreta Pagnani ed io) portato un po' di copie:

Ubik di Fermo e Senigallia
Gulliver di Porto San Giorgio
Cartoleria-edicola-tabaccheria Cinti di Arcevia (An)

Tutto qua, per ora!!
Grazie a tutti...

Sotto vi rilinko il booktrailer:




E... ad maiora!

lunedì 24 giugno 2013

Che gatti... il booktrailer!


Ed eccolo qua, finalmente!
Sto parlando del booktrailer di "Che gatti", il libro nato, come chi mi segue sa, grazie al workshop sull'autoproduzione del libro fotografico organizzato lo scorso anno da Daniele Cinciripini e Demetrio Mancini.
All'inizio era solo un lavoro privato, in seguito si è trasformato in un progetto da condividere con un pubblico per il momento in buona parte ancora potenziale.
Dietro non c'è un editore, ma una tipografia (La Nuova Stampa di Offida, un bellissimo paese in provincia di Ascoli Piceno) e soprattutto il raffinato progetto grafico di Maria Loreta Pagnani (Elp design), la professionista che ho conosciuto durante gli incontri del workshop, che mi ha dato (e continua ancora) una notevole mano nel rendere il mio lavoro (sì, lo dico apertamente) un piccolo gioiello.
Si tratta di una storia, di quelle minime, come piacciono a me, lieve e insieme profonda, destinata a chi ama i gatti, ma in generale gli animali, i soli compagni di vita che non chiedono in fondo se non di essere amati (viziati!). Gli unici che possono farci stare meglio semplicemente guardandoli.
Ieri ho letto una mirabile pagina di Pastorale americana di Philip Roth, dedicata all'infanzia della piccola Merry, una dei protagonisti di questo capolavoro assoluto, prima che le piombasse addosso un triste e violento futuro.
Roth ne paragona la perfezione del piccolissimo corpo a quella dei felini, i piedini tondi, la postura morbida. Mi ha molto sorpreso. Come già ho scritto una volta, infatti, non ho mai pensato ai miei piccoli amici come a dei sostituti dei figli che non ho, bensì a degli alleati speciali nella vita.
Eppure, capisco che la tenerezza che i gatti suscitano in certi momenti possa ricordare la dolcezza dei primi anni, la nostra e quella dei piccini umani con cui abbiamo a che fare. Certe volte, lo ammetto, i nostri due quadrupedi, ma anche gli altri che incontro per strada o in casa d'altri, mi fanno pensare effettivamente ai miei nipoti. La perfezione è indubbiamente analoga. Poi, naturalmente, entrano in gioco altre questioni. Io con i gatti parlo, ma è piuttosto difficile che mi capiscano (fanno il comodo loro comunque!). I bambini, invece, beh, sono davvero straordinari.
Perché, quindi, comprare il mio libro? Per farsi un pochino di bene. Come? Soffermandosi sui singoli scatti, alcuni piccoli, altri su due pagine, e leggendo i brevi testi che scorrono lungo le 84 pagine che lo compongono, per conoscere un po' più da vicino questo magico, segretissimo, mondo (i miei gatti sono due asociali: non avreste alcuna possibilità di vederli, se mi veniste a trovare!) e forse per sapere qualcosa di più sui vostri gatti e su quelli dei vostri amici e delle ragioni che spingono noi umani a intrecciare relazioni più che stabili con creature così diverse da noi.
E' un piccolo libro sincero, fatto con cura e amore.
Grazie in anticipo a tutte le persone che lo vorranno nella loro libreria.
E grazie ai vostri amici felini, che di certo vi hanno spinto verso la calda copertina rossa e quelle teste addormentate.
:-)
Ad maiora!

sabato 25 maggio 2013

Che Gatti... dalla stampa digitale a una vera tipografia!!

Non so se s'era capito, ma io amo i gatti. I miei, innanzitutto, ma in generale tutti i felini. Sono stata perciò molto contenta di essere accolta ieri dall'ennesimo quattrozampe baffuto che transitava miagolando nel cortile antistante la tipografia "La Nuova Stampa" di Offida (Ap), che sta pubblicando proprio in queste ore le prime (aiuto!) mille copie di Che gatti, il libro nato grazie al workshop sull'autoproduzione del libro fotografico di Daniele Cinciripini e Demetrio Mancini, di cui ormai ricorre l'anniversario (e più!).
Lo confesso: ero, sono ancora, molto elettrizzata per quest'avventura che ha coinvolto anche Maria Loreta Pagnani, la grafica che ho conosciuto durante la fondamentale esperienza formativa, grazie alla quale, come ho ripetuto più volte anche su questo spazio, i miei scatti disordinati hanno preso una forma pulita e a mio avviso perfettamente adeguata allo spirito con cui avevo concepito il piccolo libro.
E adesso? Adesso comincia il bello, ossia la promozione, un mondo per me quasi del tutto oscuro, sia perché, di natura, non sono portata a farmi pubblicità (semmai vorrei nascondermi sotto le coperte come fanno i protagonisti del mio lavoro, gli adorati Bice e Nino, ogni volta che arriva un estraneo a turbare la loro privacy) sia perché so che sarà dura farsi largo in un mercato editoriale oberato di prodotti oltre che affannato da una crisi davvero epocale.
Comunque andrà, in ogni caso, so che ne è valsa la pena: non si può (almeno io non posso) vivere senza qualche idea creativa in testa e  senza quella tensione che te le fa mettere in pratica, profitto o non profitto materiale che possa derivarne.
Quindi? Grazie al gentilissimo Fabio della tipografia, per la pazienza con cui ha dato retta a tutte le nostre richieste, a Matteo per la sua professionalità (e per il comune amore per i felini) e agli altri tipografi che abbiamo visto all'opera. Grazie ancora a Maria Loreta per il puntiglioso lavoro di progettazione (e revisione!). Grazie a Maddalena Blandino per il supporto psicologico e pratico durante le prove colore (e in molte altre occasioni!). E, ovviamente, grazie ai miei mici (compreso il Bipede-gatto Paolo) e a quelli futuri che incontrerò (di sicuro!) nella mia vita.
Sotto alcuni momenti della stampa, compresi due brevissimi video:












 
Che cosa manca? Il solito ad maiora, naturalmente! In questo caso, più appropriato che mai!
Fatemi l'in bocca al lupo...

martedì 30 aprile 2013

Letteralmente fotografia, i lavori più zitti e più tristi che ci siano...

E' passato solo un mese dall'avventura sui Sibillini, ma a me sembra molto di più. E d'altronde, noi umani siamo fatti così: quando proviamo emozioni intense, ne vorremmo sempre di nuove. In ogni caso, io personalmente non dispero e sono sicura che anche i protagonisti delle giornate di Letteralmente fotografia sapranno vivere ulteriori momenti perfetti come quelli provati insieme quattro settimane fa.
Per spingerli su questa strada (per quanto mi sia possibile: mica sono lo sciamano Giovanni Marrozzini?), eccovi finalmente i testi da loro prodotti durante il workshop. Manca la versione più lunga dello scritto di Maddalena Blandino sulla "meriggia", ma so che ci sta lavorando per cui sarò ancora più contenta di dedicare un ulteriore post al lavoro della mia giovane amica.
Manca, ahimè, anche una delle immagini del collettivo ZITTITRISTI, che però conto di recuperare a breve (Matteo Crescentini, volevo il tuo Jpeg con la faccina :'(, ma forse non mi sono spiegata).
Mi accontento (si fa per dire!) dell'immagine di Maria Teresa Dell'Aquila, la vera mente del Collettivo più triste del pianeta e della versione riveduta da Marco Cappellano, triste "in sé" (capirete in seguito perché scrivo così). Infine, mi beo (e sì!) dei testi, straordinariamente, profondamente... tristi, che riproduco sotto.
Sto scherzando, eh, però chi avrà la pazienza di leggerli, si accorgerà quanto siano intrisi di silenzio. E di poesia. Il che, in effetti, un po' li rende tristi. Solitari. Y final. E con ciò smetto di dire sciocchezze. E lascio che a parlare siano i lavori dei partecipanti a Letteralmente Fotografia.
Buona lettura.


Il canto della piana
Un pomeriggio solitario nelle campagne di Castelluccio di Norcia - di Edoardo Ciambelli

 
L’auto di Luciana è oramai un puntino sulla striscia diritta di asfalto che divide in due la piana di Castelluccio.

Muovo i primi passi, mi guardo attorno: montagne striate di neve proteggono la valle in ogni direzione e il paese è l’unico segno di urbanizzazione che il mio sguardo riesce a incontrare.  Il silenzio è rotto dal gracchiare di cornacchie che si alzano in volo e dal suono del vento a tratti forte. Niente di paragonabile a quello che spira nella grotta della Sibilla, ne sono certo.

Mi fermo, respiro piano,  l’aria è fredda, pungente.

Riprendo il mio cammino e dopo cinquanta passi, alla mia destra m’imbatto in cumuli di fieno, simbolo di una realtà contadina che rappresenta il passato e il presente di questo luogo. Percorro altri cento passi, esco alla mia sinistra, nel prato. Il terreno è ancora zuppo d’acqua e a tratti il monotono giallo dell’erba secca è interrotto da puntini viola. Sono crochi, un timido segnale di una primavera che sembra non voler arrivare. I fiori hanno la corolla chiusa, i petali si stringono a vicenda e riparano il loro cuore dalla fredda brezza, in attesa che un raggio di sole possa convincerli ad aprirsi al mondo.

Torno sull’asfalto, venti passi avanti e sulla destra ancora presse di fieno. Ancora venti passi e a sinistra, una rosa canina, agita le sue braccia prive dei rossi frutti che avrebbero dato piacere al mio palato e vitamine al mio corpo. Continuo la passeggiata e dopo tenta passi, a destra, un cartello di divieto di transito obbliga tutti i mezzi a non oltrepassare quel punto. 

Decido di proseguire comunque e dopo duecento passi la monotonia del giallo spento dell’erba è interrotto dal rosso acceso di un attrezzo agricolo che attaccato a un trattore consente la raccolta del fieno.

Questi campi spenti e tristi, provati dal lungo inverno, tra pochi mesi saranno ricoperti da un tripudio di colori. Chiudo gli occhi e m’immagino fiori mossi dal vento che mescolano i loro profumi nell’aria.

La prossima estate voglio essere qui.

Poco oltre, sotto ai miei piedi, centinaia di buchi nel terreno indicano gallerie sotterranee scavate dalle talpe. Faccio trecento passi ed ecco una recinzione metallica a proteggere un terreno ancora totalmente ricoperto di neve. Dalla recinzione mi sposto a destra di cento passi, verso una catasta di legna di faggio. Trenta passi oltre, una capanna, una cuccia, una catena, probabile rifugio notturno di un cane pastore. Alzo gli occhi e sulla collina di fronte il bosco a forma di penisola italiana mi appare in tutta la sua estensione. Faccio settecento passi in avanti e altri settecento verso destra e sono sotto “l’italietta”, vicino alla chiesetta. Salgo i pochi scalini che mi portano al piccolo altare; intorno alle due statue della Madonna solo fiori secchi e sopra molti rosari messi da fedeli, a simboleggiare un ringraziamento o una richiesta di grazia. Sulla parete sinistra, un testo spiega che il bosco italico è nato nel 1961, in occasione del centesimo anniversario dell’unità di Italia. Accanto, una delle più belle opere mai scritte: Il cantico delle creature di San Francesco di Assisi.

Riprendo il cammino, cento passi a destra, cinquecento in avanti, quattrocento a sinistra e arrivo a due capanne di metallo, sulle quali il vento si diverte a suonare melodie fatate. Accanto a loro, alcuni cardi secchi s’innalzano dal terreno lasciandosi cullare dalla brezza. M’incammino nuovamente, cento passi e sono sulla strada asfaltata. Alla mia sinistra solo prati e montagne, con sopra un plumbeo cappello di nubi che bloccano i raggi di sole di una giornata che ormai volge alla sera.  Altri settecento passi avanti e mi ritrovo in un maneggio, che oggi appare nelle vesti di un campo delimitato da staccionate in legno.

La luce del giorno è scomparsa, il grigio ha lasciato il posto al nero della notte. Chiamo Luciana. Nessuna stella in cielo, l’oscurità è interrotta solamente dalle poche luci di Castelluccio e dai fari delle auto che passano lentamente. Socchiudo un po’ gli occhi e salgo nell’auto di Luciana. Alle nostre spalle, la piana si dissolve, ma è solo un’illusione. Tra poche ore gli animali torneranno padroni della loro casa.
 
 
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Non mi strecciare/1 (di Ivana De Napoli, versione originale)
 

Se vuoi conoscere chi io fossi stata prima di divenire quello che ora sono, ti converrà sapere che tutto ebbe modo di accadere presso un piccolo paese arroccato, circondato da lunghe distese di campi e lisce montagne di pietra.

Sono la settima di sette fratelli. Mio padre, pastore di pecore. Mia madre, madre e contadina; mamma accudiva le mie sorelle, i miei fratelli, l’asino e pochi altri animali della stalla che avevamo.

Esterina, la maggiore di tutti, aveva nove anni e l’incarico di raccogliere legna nei boschi circostanti il paesello, ma soprattutto, Esterina, badava a me ché ero la più piccola.

Era lei che mi vestiva di petali leggeri come la seta appena filata, mi ornava i capelli di fresche corolle profumate d’aurora e mi nutriva di miele prezioso più dell’oro e dolce più dell’uva spina.

Era lei che mi cantava ninne nanne e filastrocche fataline sussurandomele  nell’orecchio per paura di crettare l’immenso e bianco silenzio ammantato sopra noi.

Era lei che mi passeggiava tra i fazzoletti colorati di zafferano, lavanda e papaveri.

Mi cullava nel ventre dell’albero cavo posto ai piedi della grande montagna così che quando il vento spirava forte rincorrendo gli ululati dei lupi non avrebbe potuto portarmi via da lei.

Era lei che mi accolse tra i raggi di luce lunare facendo di me un corpo di stelle.

Mi chiamo Roberta, sono nata nell’agosto 1961 e vivo a Castelluccio.

 
Voci/1

Sono anima soffiata dal vento, dentro il tuo silenzio, piove il destino altrui.

Sprofondo nell’acqua, mi sento chiamare, non mi strecciare.

Dove sei? Non ti vedo. Attorno solo sangue e fango. Non respirarmi.

Coriandoli di cenere e maschere di fango. Sono pronta per il ballo.

Mamma, perché indosso ancora questa divisa sporca? Questa medaglia al petto punge e mi fa male.

Ricordo solo sabbia. L’aria è satura di zolfo e intrisa di lacrime. La mia baionetta non spara più.

Mi guardi piangendo, sfiorando le tue dita sul quel viso. Non ti accorgi che invece sono dietro di te? Quella è solo un’immagine marmorea. Non volgermi le spalle.

Dovevo ascoltare i messaggi, trascriverli e riportarli al mio superiore. Una tortura, avevo male alla testa. Quelle voci mi hanno ucciso.

Continui a fissarmi così, finiscila! Ora sei libera.

Perché mi hai riunito a lei? Credevi davvero che ci mancassimo? Vuole ordine anche qui.

La mia bambina, dov’è la mia bambina? Roberta…

Qui dove il silenzio regna lei urla.



Non mi strecciare/2 (versione rivista con me)

Tutto ebbe modo di accadere in un piccolo paese arroccato. Intorno lunghe distese di campi e montagne di pietra.





Sono la settima di sette fratelli. Mio padre, pastore di pecore. Mia madre, madre e contadina; a lei il compito di accudire l’asino e i pochi altri animali della stalla. 

Esterina, la maggiore di tutti, aveva nove anni e l’incarico di raccogliere legna nei boschi. soprattutto, Esterina badava a me, la più piccola.

Mi vestiva di seta e mi ornava i capelli con l’aurora.

Mi cantava ninne nanne e filastrocche in un sussurro. Temeva troppo le screpolature del silenzio.

Era lei che mi passeggiava tra i fazzoletti colorati di zafferano, lavanda e papaveri.

Mi cullava nel ventre dell’albero ai piedi della grande montagna, così che quando il vento spirava forte rincorrendo gli ululati dei lupi, non avrebbe potuto portarmi via da lei.

Era lei che mi ha reso corpo di stelle.

Mi chiamo Roberta, sono nata nell’agosto 1961 e vivo a Castelluccio.

 
Voci

 
Sono anima soffiata dal vento, dentro il tuo silenzio, piove il destino altrui.

Sprofondo nell’acqua, mi sento chiamare, non mi strecciare.

Dove sei? Non ti vedo. Attorno solo sangue e fango. Non respirarmi.

Coriandoli di cenere e maschere di fango. Sono pronta per il ballo.

Mamma, perché indosso ancora questa divisa sporca? Questa medaglia al petto punge e mi fa male.

Ricordo solo sabbia. L’aria è satura di zolfo e intrisa di lacrime. La mia baionetta non spara più.

Mi guardi, sfiorando le tue dita sul quel viso di marmo. Non ti accorgi che invece sono dietro di te? Non volgermi le spalle.

Dovevo ascoltare i messaggi, trascriverli e riportarli al mio superiore. Le cuffie mi davano mal di testa, ogni volta. Quelle voci mi hanno ucciso.­­­

Continui a fissarmi così, finiscila! Ora sei libera.

Perché? Credevi davvero che ci mancassimo? Vuole ordine anche qui.

Qui dove il silenzio regna, lei urla.


 
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Una notte in sé
di Marco Cappellano
 h. 2:00
Decido di uscire a fare foto.
Scendendo le scale, all' ultimo gradino, le luci temporizzate decidono di spegnersi. Le riaccendo.
Un gatto in ceramica sul tavolo di fronte mi fissa dritto negli occhi.
Le chiacchierate con Daniele sulla paura dei lupi mi hanno un po' rassicurato, dopo aver sentito gli ululati.
Torno un po' nel momento in cui esco. Ma vabbè.
Prima del cimitero mi farò un giro per il centro di Castelluccio. I rumori mi disturbano. Intanto mi finisco una sigaretta, il lampione alle mie spalle.
Decido di salire al paese.
In un istante, mi giro verso il cimitero. I cani iniziano ad abbaiare. Una coda bianca si dissolve nel buio.
Magari riesco a farmi amico uno dei cani, così nel momento in cui entrerò nel cimitero sarò un po' più tranquillo. Mi avvio verso il centro, riaccendo  un' altra sigaretta.
Le persiane sbattono, sembra il far west. Mentre mi allontano, oltrepasso i fili dei pali della corrente che ronzano. Alcuni secondi dopo i cani iniziano ad abbaiare. Che siano ritornati i lupi?
Nella piazzetta centrale il vento muove qualcosa, sento un incessante rumore di campanelli, intervallato dai pezzi di carta, che spinti dal vento, girovagano nella piazza, come me. Senza una meta.
A prepararmi da quel cimitero che è come la piazza ed il resto delle strade in sè.
Controllo il respiro. Continuo.
Riaccendo la sigaretta per gli ultimi due tiri. Scrivo al buio.
Inizio facendo un giro largo.
La strada pulita e ben illuminata per un po' mi rassicurano. I lupi sono forse scomparsi dalla mia mente.

h. 2:31
Salgo fino ala cascina Brandimarte. Il vento è meno inquietante. Le lampade al sodio, attorno, mi rassicurano un po'.
h. 2:36
Non sembra più un percorso di paura. Imbocco in una gradinata dove il vento non si sente quasi più, e forse nemmeno il freddo, tant'è che nemmeno ci penso. Quel che mi rimette un po' di buon umore è il cinguettio degli uccelli, annidati sotto i tetti di alcune case che ho appena oltrepassato..
 h. 2:41
Nemmeno ho voglia di riaccendermi la terza sigaretta…

L' allerta è sempre dietro l' angolo.

Imbocco per una viuzza, quando noto alle mie spalle la luce di un lampione spegnersi e riaccendersi. Mi giro.
E' tutto ok. Un telo al lato sinistro della strada, alimentato dal vento, si gonfia e si sgonfia, come un polmone. Si rispegne il lampione. Pace.
h. 2:47
Il vento si rifà più forte… non mi va di sentirlo così forte, imbocco in via dela Volpe… riaccendo una sigaretta.
Mi rigiro di colpo (sarà un caso?): due cani, uno bianco ed uno pezzato bianco e nero, pattugliano le vie…
Naturalmente non mi cagano di striscio.
 
h. 3:25
Percorrendo alcune scalette arrivo alla chiesa di Santa Maria Assunta.
Una fontanella nel suo scrosciare ininterrottamente mi suggerisce di farla da qualche parte, e la faccio in un angolo buono che trovo..
Suggestione? Nella stessa via il cane bianco di prima continua a pattugliare le viuzze, ma di lasciarsi avvicinare non vuole saperne… mi giro dall' altra parte, scorgo l' agriturismo ed il cimitero. I cani laggiù, prontamente abbaiano, puntuali… sento di nuovo il vento.
h. 3:37
Situazione un po' più normale.

Mi trovo a ripercorrere le strade di ieri. Ma incontrerò i lupi???
Alla strada del ritorno, un guardiano (stavolta quello pezzato) dall' alto, abbaia. Cerco di farlo avvicinare, ma non ci riesco. Forse mi ha già riconosciuto…
h: 3.50
Il vento, nuovamente, non si sente più…
Almeno da me. Però lo sento, e più forte, soffiare verso il cimitero… ma i lupi???
Mi dirigo verso il cimitero. Il vento si rifà più forte. Sento i fruscii. Il guardiano si rifà vivo, stavolta quello bianco, come per avvertirmi. Mi segue, abbaia fino al palo dove ieri avevo sentito quei tre fruscii. Il cancello del cimitero cigola continuamente. Mentre scrivo, un minuto di calma. Il cane si zittisce, dopodichè inizia a chiacchierare con l'altro. Vabbè. Mi fumo una sigaretta, appoggiato sul palo, protetto dalla luce, in tutta calma. Non ho voglia di muovermi. Guardo il parco giochi di fronte a me, ascolto tutto ciò che ho attorno. Non mi muoverò finchè non è spenta…
Temporeggio. Le mando un messaggio.

E' finita la sigaretta. Il cane di prima ha pure smesso di abbaiare. Chissà se è un segno, se quando mi avvicinerò all' entrata il cancello smetterà di cigolare. Il vento è meno forte.
Per prima visiterò la tomba di Luigi… il cognome non mi torna, nello stesso istante il vento si rafforza. Il cancello ricomincia a cigolare.
Ora ricordo: Brandimarte. Me lo sono segnato su di una bustina di zucchero di canna, quando parlavo con Daniele. Sembra proprio che mi abbiano perdonato… in compenso, l'inchiostro sta per finire… poco male, ho una penna blu di riserva! Mi incammino…
 
Passo il capanno. Mi siedo di fronte alle tombe dei Brandimarte, prima di iniziare a cercare Luigi.
Non un rumore, solo un lieve sibilo, tanto più forte quanto più scrivo. Ma quando ho aperto il cancello, ho risentito gli uccelli cinguettare. Il vento si rifà forte, rimetto la penna in tasca…
h. 4.22 Mi risponde dicendo di essere un po' impegnata. La richiamo, parliamo per un minuto buono. Cade la linea…
Non importa. Non mi sento più solo…
Tempo un quarto d' ora, e ne sono fuori…
Nel momento in cui scrivo, il vento si rifà più forte, ma il cancello non cigola. E sento nuovamente un cinguettio. Esco, ma la strada di ritorno non mi rende inquieto.

h. 4.45
Forse il problema non era il cimitero, ma solo il cancello...
 
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Il respiro delle anime
di Valentina La Poetessa Triste
 
La città dei vivi ha luci fredde.
Il sacro terreno è soffice,
è la città dei morti ma non piango.
Vedo il vento.
Fa freddo ma le luci qui sono calde.
Lo sentiranno il vento?
Tra croci infilzate e fiori caduchi
li percepisco respirare
e camminano, nei miei opachi pensieri,
quegli sguardi annegati nell'immensità.
 
 
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La mail di Luciana Ciuffini (letteralmente poetica in sé)
 
vi ho sognato tutti quanti, eravamo insieme in un posto bellissimo che sia chiama Pian Grande, è uno dei posti più belli al mondo, parlavamo di fate scalze, folletti eleganti, di trecce intrecciate e cavalli sudati; ci osservavano montagne con gli occhi e pastori poeti, le ricotte sapevano di neve e la neve di ricotta. Che strano sogno, c’era chi girava l’Italia intera in un’ora e chi il Texas, c’era chi parlava con l’invisibile e chi cercava roulotte che non sarebbero dovute partire mai, andavamo in giro con una macchina volante e ci conoscevamo da una vita. Mi innamoro sempre di chi sogno.... MI MANCATE!!!
 
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La "Meriggia" fotografica di Maddalena Blandino
 
 
 
Il testo breve:
 
"Le fate erano tante belle,
iavano a ballà lì alla Rocca,
e se li ragazzi le toccavano, ce ballavano,
questi sparivano, volavano!
Venivano infatati!"

(Giuliana Poli)

Secondo un'antica credenza sibillinica
l'incontro tra un uomo e una fata, o con la danza, o con il canto,
poteva determinare il rapimento dell'uomo.
Avveniva così quella che viene chiamata "Meriggia",
ossia uno scambio, compiuto dalle fate, tra l'uomo rapito nel loro regno
e un suo simulacro che veniva lasciato vivere sulla Terra.
 
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E per finire, ecco a voi i manifesti del collettivo ZITTITRISTI, l'originale ideato dalla mente del medesimo, ossia Maria Teresa Dell'Aquila:
 
 
 
E sotto la versione riveduta da Marco Cappellano:
 
 



Sto singhiozzando. Non ci credete?
Ad maiora, ragazzi.
Mi zittisco.